bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 8 marzo 2012

I ricordi, queste ombre troppo lunghe

strano, questa mattina, su quel piazzale, lo stesso di quattro anni fa.
molte persone sono le stesse, come spesso in queste occasioni.
trattandosi di persone imparentate.
non vado spesso, anzi in linea di massima non mi presento. assolvo al mio dovere telefonico, e niente più.
non so più quanti zii ho da parte di madre e di padre, e molti, davvero molti, ormai se ne sono andati.
ma questa volta, no, non potevo mancare.
no.
seppure ormai lontano da molti anni, avevo amato questa persona, delicata e gentile.
lo ricordo, negli anni migliori della mia infanzia, comprare regolarmente i pasticcini della Pasticceria dell'Oca, a Laveno.
lo amavo quando lo vedevo entrare nella sala, la grande bellissima sala, a Sangiano, con il pacchetto in carta lucida marrone. è anche lì che si è segnata, impiantata come una radice, definitivamente, infinitamente, la mia affezione per il pacchetto, per la bella sorpresa, per il pasticcino, per la sala, per Sangiano. e per lo zio.
quindi non posso che essergli grata: grazie del dono, zio.
i suoi figli sono i cugini che ho più cari, due persone amabili almeno quanto il padre.
due persone.
lo zio era medico, come lo era mio padre, come lo è uno dei suoi due figli, come lo sono io.
la chiesa era gremita di gente, tanta ma tanta.
come lo era stata, quella stessa chiesa, per la funzione funebre di mio padre.
gente, come un'onda, tutti lì. oltre alla commozione, quindi, anche tanta riconoscenza.
rivedo gente che non conosco più da anni, vecchie amiche di mia madre, una, la sorella dello zio, nemmeno mi riconosce "scusami non so chi sei", l'altra mi abbraccia con un calore inaudito, mi dice che spesso sogna mio padre.
anche io, le rispondo.
mi chiedono tutti dei miei figli. a ogni domanda mi balena nella testa un'immagine del futuro, in cui io non ci sarò.
il pudore dei miei cugini non li ha portati a fare alcun discorso, al contrario di me e mio fratello che, ognuno a suo modo, due stili ben diversi, avevamo portato un bel fagotto di dolore in forma letteraria. avevo scritto di getto una pagina la sera prima del funerale, da lì credo di aver pensato che dovevo scrivere, di più molto di più, come faceva mio padre, come ora faccio io.
credo che le occasioni in cui abbiamo modo di riflettere, e di decidere, siano spesso collegate alla perdita, alla  morte, alla paura della morte.
oggi avevo il cuore in subbuglio, anche se non come allora. chissà dove mi porterà.
intanto oggi, qualcuno, per qualcosa di analogo, per una paura del cuore, mi ha chiesto di fare un nodo.

Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
(Vincenzo Cardarelli)

2 commenti:

Erotici Eretici ha detto...

Seppur con qualche remora, per paura di violare un sentimento così doloroso, voglio comunque ringraziarti, mi hai commossa. Non potevi trovare una connessione più profonda, utilizzando quella parola nel titolo, ombre.
Yin

Rossa ha detto...

Il titolo appartiene alla stessa poesia di Cardarelli che cito in parte alla fine del post. si intitola Passato. Cardarelli è un grande poeta.
non violi niente Yin, se fosse un pensare che fa male, non ne scriverei, non lo esporrei. lo posso fare perchè è un pensiero nostalgico, presentabile.