bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 10 luglio 2011

messaggio muto


erano tutti li', al bagno Medusa. Pinarella di Cervia.
sotto i tendoni, quelli che ospitano il bar e i ragazzini vocianti e le mamme asfissianti.
e il contrasto era quello.
quello del rumore, che non c'e'.
del linguggio, senza parola.
passo di fianco, all'inizio non capisco ma qualcosa mi colpisce.
parlano, eppure sono zitti.
ma e' evidente che parlano, interloquiscono, comunicano, alcuni si scaldano, forse litigano!
parlano del lodo mondadori o di quel cretino -non l'ho detto io- di brunetta, o di quel farabutto di milanese...quale?
e per una volta la diversa sono io, parlano e non capisco, non comprendo, non sono parte.
li guardo, osservo quel parlare fatto di gesti, di mani, molte mani, di dita e di smorfie della faccia, quelle storpiature della bocca che gli udenti e parlanti non si scolpiscono sul viso. non saper parlare imprime uno sforzo deturpante nella modulazione della bocca, nelle espressioni del volto.
saranno stati in venti, tutti li' a ritrovarsi, a parlar del mondo e della stortura della gente. ma e' ben strana 'sta gente, non trovi?
avrei voluto farlo notare, indicare l'unicita' e la particolarita' dell'evento, ma poi segnalarli mi e' sembrato un gesto discriminante, una sottolineatura che mi avrebbe inesorabilmente esclusa.

8 commenti:

enzo ha detto...

Da militare (anno 1979 credo) bizzarramente mi ritrovai a passare da centralinista a cameriere.
In cucina c'era Antonio, un signore sordomuto, molto affabile e gentile, che avevo già conosciuto "in voce" al centralino perché la figlia gli telefonava spesso!
Antonio era quasi completamente sordo dalla nascita, la moglie era sorda pure lei e in compenso la figlia udiva benissimo.
In cucina i ragazzi miei compagni di corso, ogni tanto ridevano di lui, del suo parlare strano (crt, przzml - carota, prezzemolo).
Un giorno ad un amico dissi di farla finita, che non era il caso.
Antonio mi guardò negli occhi e con il suo fare bonario mi disse: "Sn rgzz..."
Quel "Sono ragazzi..." mi dette un esempio di tolleranza quasi ribaltato, bellissimo.
Ciao Rossa, buon tutto a te

Rossa ha detto...

che splendida storia Paolo. mi è piaciuta moltissimo. la differenza che insegna la tolleranza. grazie. anche te, buon tutto.

fabrax ha detto...

ciao bellissima, come stai?

Rossa ha detto...

ahhh Fabrax, ti ringrazio di cuore per il bellissima... io sto bene, posso dire bene. tu come stai?

fabrax ha detto...

bene... come al solito

Rossa ha detto...

davvero come al solito? di solito non dici che va proprio tutto bene. dai dimmi la verità.

fabrax ha detto...

lo sai che uso l'arma dell'ironia per mascherare le mie fragilità, i desideri, i timori...
Ho in ballo una sceneggiatura che "galleggia" da più di due anni... Mi devo decidere a scriverla altrimenti si paventerà il fallimento. Scrivere una storia dove c'è della violenza è difficile... Sento che soffrirò...
In questi giorni ci sono in corso due festival cinematografici importanti, Ischia e Giffoni... vediamo cosa diavolo succederà

Rossa ha detto...

capire perche' non riesci a scriverla e' il primo passo per riuscirci.