bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

sabato 23 gennaio 2010

Non c’è vita che almeno per un attimo non sia immortale. La morte è sempre in ritardo di quell’attimo. A nessuno può sottrarre il tempo raggiunto.



lo vedo. non è la prima volta. ma lo vedo oggi per la prima volta.
è giovane ma sembra vecchio.
il tempo passa e non gli insegna a vivere.
la vita scorre e lui rimane, fuori, a guardarla passare.
bisognerebbe insegnargli a camminare, dal principio, bisognerebbe prenderlo per mano e fargli varcare la soglia.
forse non glielo hanno insegnato da bambino, che per entrare bisogna andare oltre la linea sottile del confine tra un dentro e un fuori. per un attimo hai paura ma poi passa, passa sempre. e dopo diventa un gusto, il sapore insopprimibile della conoscenza.
dieci minuti buoni di colloquio e poi mi dice: mio fratello è morto.
cioè non è entrato piangendo e travolgendomi con il pianto e la disperazione. dieci minuti e poi mi dice: mio fratello morto.
qualcosa penetra in me come una lama, mi fende il cervello e mi fa sentire il sapore del metallo in bocca.
lo osservo mentre mi racconta di questa infamia della vita, che ne è poi la sua diretta conseguenza e che ne sostiene il senso, e sento il peso, grammo per grammo, della sofferenza.
ho imparato a distinguere il dolore dalla sua imitazione.
l'autenticità ci guarda dritto negli occhi, la finzione distoglie sempre lo sguardo.
lo ascolto mentre mi spiega cos'è la mancanza. non è che non lo sappia ma la sua parola la delimita di un nuovo confine, il suo, il suo senso della mancanza ha per me un valore nuovo. mi dice che questa mancanza non avrà mai fine, che il panico si dilegua, che il terrore si allenta, che le lacrime poi si asciugano, ma che la morte non ha mai fine. la morte non finisce mai. la morte di suo fratello sarà per sempre nella sua vita.
vita e morte sono legate e vincolate, l'una non ha senso senza l'altra.
lo percepisco mentre naviga nel suo dolore, che è perdita, che è domanda senza risposta. si chiede perchè la morte prenda suo fratello, vitale dinamico creativo coraggioso, e non lui, spento fermo imprigionato e spaventato da tutto.
perchè?
io sono qua. mio fratello non c'è più. io ero già morto, mio fratello era vivo.
se ci può essere un senso in ciò che non ha logica, gli dico, forse suo fratello aveva vissuto e invece lui non ha ancora cominciato. si può perdonare la morte se porta via una vita che ha dato e preso ma non se strappa qualcosa che non ha ancora radici.
forse la morte di un fratello può dare inizio a una vita, a un ancorarsi al terreno, a dare un senso a una giornata.
a varcare quella soglia, finalmente, e cominciare a camminare.
per poi ritrovarsi vicini, come due fratelli.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Si può perdonare la morte, tu dici? Non so, no, non credo. Se porta via una persona che non ha ancora iniziato a vivere, è un peccato, perchè non ha ancora vissuto. Se porta via una persona che vive e fa molte cose, è un peccato, perchè chissà cosa avrebbe potuto fare d'altro. La morte è una realtà con cui dobbiamo convivere, io, personalmente, non riuscirò a perdonarla se e quando mi porterà via qualcuno a me caro. Forse riuscirò a rimettermi a vivere, ma non a perdonarla, perchè sarò sicuro che sarà arrivata in anticipo.

Rossa ha detto...

hai trovato il tempo. mi fa molto piacere.
se non la perdonerai, ci convivrai comunque. e' una realta' che non si cancella. la morte vive con noi. ora non lo sai ma forse saprai perdonarla. non e' mai in anticipo, e' sul suo tempo. che non e' il nostro. quello che volevo dire con questo post, con questa storia, e' che la morte di una persona amatissima ci accompagna per sempre ma poi ci si cammina al fianco, che la morte di una persona amatissima e' uno strazio dell'anima ma ha sempre un senso inscritto nella nostra personalissima storia. come per questo ragazzo, come nella mia e magari un giorno nella tua.

freefont ha detto...

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(pesa) ha detto...

ciao

Rossa ha detto...

pesa tu mi fai impazzire.
guarda che detto da una psichiatra non è male.
"scrivi i commenti sul mio blog".
ciao.
hai scritto ciao.
lo so che altrove scrivi.
ma qui ciao.
impazzire.
grazie, apprezzo moltissimo.
baci

corte sconta ha detto...

è così..la morte c'è che ci piaccia o no.dovrei(dovremmo?)solamente non relegarla nell'angolo buio della dimenticanza.vorrei rammentarmi più spesso la sua assenza/presenza,così da non sciupare questa magnifica/terrificante situazione che ci è data,la vita.banale vero?eppur non mi riesce prioritario.sei sempre interessante e sul "pezzo"papillon rouge.hasta la vista.