bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 21 maggio 2020

il posto delle fragole

no, non mi avventuro nel film di Bergman.
ma le fragole della Svezia di Bergman rappresentano la primavera, l'innocenza della prima età.
avranno avuto delle infanzie felici i nostri adolescenti?
troppo felici?
me lo domando.
queste case accoglienti con madri, e ormai purtroppo anche padri, accudenti e protettive di ogni frustrazione, guai a pensare che un dolore attraversi il corpo filiale.
un nipotino ha una nonna che dopo il festeggiamento del compleanno per evitare al piccolo la frustrazione che la torta successiva della domenica sia fonte di disagio e perdita, ormai da mesi a ogni domenica a pranzo fa trovare al suo amato nipote una candelina sulla torta. auguri auguri bambino mio, applausi e taglio amorevole della fetta.
è sempre compleanno, tutte le domeniche è compleanno, ovvero non ho più un compleanno.
troppo amore ammazza, il corpo e il simbolico.
cos'è questa roba?
che nome ha questa devianza della maternità, della genitorialità?
dalle cinghiate delle famiglie edipiche siamo passate alla perversione dei genitori oblativi.
la domanda mi sorge dall'osservazione degli adolescenti.
ho scoperto che gli adolescenti vivono un mondo piccolo, piccolissimo, minuto, microscopico.
invisibile.
uno spazio angusto, e non ne escono più.
all'apertura dello spazio consentito non è seguita una riappropriazione dello stesso.
è rimasto quello di sempre, quella della dimora in cui ogni bisogno viene soddisfatto.
cibo, letto, e cellulare.
il mondo finisce qui.
nasce il dubbio che il bisogno sia poco, che la curiosità sia azzerata, che la pulsione vitale sia addomesticata, che il desiderio sia morto.
tra aprile e maggio ciò che è cambiato è che in stanza non è più da solo, l'adolescente, sono in due, lui e l'altra.
la chiusura non ha stimolato nessuna apertura, l'orizzonte non si è ampliato, nulla è stato inventato, nessuna soluzione nuova e inedita è stata avviata, nessun futuro è stato immaginato.
un timido approccio alla lettura è morto in due settimane, subito esaurito.
il vuoto è colmato dalla tecnologia, saturato dalla virtualità, ogni giorno è l'eterna ripetizione del rituale di you tube, dalla colazione alla luce spenta di notte.
sto ferma, non faccio nulla, forse il mondo adolescenziale è sempre stato piccolo e io sono una demente infervorata dalla mie convinzioni desideranti, forse non è colpa di infanzie fagocitanti, di genitori devastanti iperpresenti senza limite simbolico, di case suoperaccessoriate, di bisogni eternamente soddisfatti, no, magari no.
ditemi che mi sto sbagliando.

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