bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 11 ottobre 2019

cercando Valentina


del documentario su Valentina, al Milano Film Festival, mi ha colpito la figura di Guido Crepax.
i filmati di repertorio che lo vedono intento a disegnare, o raccontare, e ancora di più quelli in ambito domestico mi hanno reso l'idea di famiglia, come avrebbe potuto essere la mia, che spesso mi manca, si assenta dalla mia memoria, non c'è.
intanto la moglie di Guido Crepax è Valentina (nasce, comne lei, il giorno di Natale del 1942). allo stesso modo, molti altri elementi della vita quotidiana dell'artista sono entrati nelle pagine del suo famoso fumetto. pare abbia inserito nelle sue pagine oggetti, armadi, l'indirizzo di casa e addirittura il numero di telefono. a raccontarlo sono i tre figli, francamente stregati dalla figura del padre, che sia un bene o che sia un male, non lo so.
certo ho provato invidia, furibonda. figli che amano i propri genitori e ne onorano il valore. invidia, niente altro che invidia.
i figli raccontano la quotidianità di questo padre, sornione e ritirato dal furore mondano degli anni 60 a Milano, dedito piuttosto a fatastiche battaglie con figurine di carta da lui disegnate e montate su piedistallo: pare che , insieme a famosi amici, abbia riscritto il destino di molte storiche battaglie.
si vede un frammento in cui, insieme ad Abbado, costruisce i preliminari di uno scontro, ognuno intento a schierare i propri battaglioni. questi pezzi di storia della cultura e del cortume italiano ritratti in domestiche e amicali attività ludiche mi hanno fatto tremare i polsi.
seduti nel salotto, che inmagino separata dalla sala da pranzo come si usava una volta, la famiglia Crepax, i tre figli e la moglie con il famoso caschetto alla Louise Brooks (che ha palesemente ispirato il disegno della nostra diva Valentina), si accingono al gioco. la figlia racconta della percezione fortissima di una straniante vicinanza tra la valentina disegnata e la madre che girava per casa.
pezzi di vita che entrano nel progetto artistico, o forse, meglio ancora, la vita che diventa arte, trasfornata, trasfigurata, sublimata, proiettata in una dimensione fantastica. il fumetto ha caratteristiche rivoluzionarie, innumerevoli frame che racccontano contemporaneamente una scena, dettagli in contemporanea a visioni di insieme, la stessa faccettatura che ha la vita entra nel foglio e crea arte e mistero. riesuma l'inconscio, lo riscrive e lo inventa.
Valentina, sensuale, fotografa, donna indipendente, economicamente e sessualmente, spregiudicata e trasgressiva, una rivoluzione per quegli anni: nel vedere il volto di Crepax nessuno mi toglie dalla testa che Philip Rembrandt , critico d'arte suo compagno, altri non sia che Crepax stesso, il rembrandt del fumetto.

i documentari, questi documentari che mostrano Milano ai tempi della mia nascita e della vita dei miei genitori, queste immagini di vita domestica e di storia artistica, questa maledetta fotografia d'epoca, a Milano, e tutto ciò che la circonda, hanno su di me un feroce, davvero feroce, effetto di nostalgia e di perdita.

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