bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 10 marzo 2019

Winterreise

la signora bionda con gli occhiali sempre su e giù e con il cellulare acceso per riprendere le scene ogni 10 minuti può solo ringraziare la sua buona sorte che non fosse davanti o dietro o di fianco o a lato a me, anche solo spostata di qualche metro, può davvero ringraziare che io abbia avuto solo in sorte di vederla in platea dal mio meraviglioso palco, perchè, altrimenti, l'avrei azzannata con dei morsi molto dolorosi e avrei certamente disturbato molte persone ma di sicuro non avrei potuto tollerare, e mi domando come sia possibile che altri abbiano invece potuto, che, durante il balletto Winterreise alla Scala di ieri sera, questa indegna figura umana certamente non dotata di intelligenza ma di profondissima ignoranza e inciviltà potesse così tenacemenre disturbare la visione del ballaetto.
anche alla Scala, nonostante i moniti, i "è vietato fotografare o riprendere", non c'è modo, sistema, criterio per porre argine alla deficienza ostinata di buona parte degli essere umani.

può anche ringraziare che non l'abbia incontrata nel foyer alla fine della rappresentazione, altrimenti le avrei suggerito un paio di consigli per sue prossime incursioni a teatro.
può inoltre ringraziare, sempre la sorte che la protegge, che non ci sia stato intervallo, altrimenti l'avrei denunciata alle maschere per farle sequestrare l'oggetto di cui è schiava e la manovra come un robot, povera creatura che però non ha la mia comprensione, ahimè, ha altro che non scriverò.
ma forse si capisce.

solo a New York, a teatro, a vedere The School of Rock in un meraviglioso teatro di Broadway ho visto una maschera -forse era diverso da una maschera, diciamocelo, forse era un buttafuori, si mi sembra più appropriato-  fare un gesto molto eloquente senza possibilità di equivoci a un cretino che usava il cellulare per riprendere durante lo spettacolo. beh, aveva funzionato.

detto questo - che però mi indigna e ormai segna quasi tutte le mie uscite a teatro, ovvero il terrore di avere vicino un cerebroleso che usa lo schermo nel buio della sala- lo spettacolo, su musica di Schubert e con le coreografie di Angelin Preljocaj, è stato bello, intenso, seppure discontinuo e gelido nella sua bellezza.
la musica di Schubert romantica e ipnotica, la voce del baritono drammatica e incalzante, il ballo impeccabile ma a volte freddo, un passaggio onirico in un giardino d'inverno.
c’è un bellissimo avvio con i danzatori che si alzano da un tappeto di cenere nera come fossero morti che riprendono vita, poi i 24 pezzi dei lieder si susseguono con brevissimi istanti di scarto l’uno dall’altro. i bravi danzatori del Corpo di Ballo della Scala alternano momenti corali e pas de deux con movimenti astratti, interpretano momenti suggestivi quando la neve nera scende in controluce, quando diventano sempre più piccoli nel Lied “L’osteria” allontanandosi in una ripresa cinematografica, si alternano in pezzi ballati tutti al femminile, mentre “Sul fiume” è un vigoroso flusso con soli uomini.
ricordo un bellissimo tableau vivant con le figure femminili immobili inondate di luce dall'alto con i loro accompagnatori a lato, un'immagine che rimarrà a ricordo del mio essere alla Scala, ancora una volta, a onorare la bellezza del mondo.


Una luce danza lietamente davanti a me;
la seguo su e giù;
volentieri le tengo dietro, e capisco
come attiri il viandante.
Ahimè, chi è misero a tal punto,
si lascia ben sedurre dal miraggio,
che dietro ghiaccio, notte e orrore
gli mostra un chiaro e caldo focolare.
E, dentro, un'anima buona...
Solo l'illusione ancora mi sostiene!

Nessun commento: