bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 14 febbraio 2019

novecento

sono tornata a vedere la mostra sulla Sarfatti, visita guidata, ma insomma, si poteva guidare meglio.
non capisco lo sforzo del giovane accompagnatore di essere politicamente corretto, non possiamo dire che la signora si è presa una grande cantonata e ha buttato a mare un gran talento di curatrice perdendosi dietro alla costruzione da condottiero romano della patria Italia del più grande delinquente della storia italiana?
no, non si può. ci dice, come fosse una gran notizia, che era stata la sua amante e che poi Mussolini le ha preferito la Petacci (ma forse la faccenda è stata un pochino più complicata). la definisce la prima biografa del duce dimenticandosi di dirci che lei gli ha curato l'immagine costruendola nei dettagli e precorrendo i tempi. già dal titolo dela sua biografia, Dux, è evidente l’originalità della concezione mussoliniana di Margherita, la quale «ha in mente la classicità di Roma, la via Appia, le colonne istoriate con le imprese di Adriano contro i daci, le insegne scolpite nella pietra»  ed è la stessa Sarfatti a far notare al lettore l’originale modo di salutare del soggetto: «dall’abitudine del Mussolini, di salutare con la mano, agitandola, credo risorgesse nella memoria, non come arcaismo, involontariamente, il saluto romano, eseguito con la destra anziché la sinistra, militarmente, a testa alta». la nosta guida si guarda bene dal dire che la Sarfatti fu complice dell’azione rivoluzionaria di Mussolini dal socialismo al fascismo, voce narrante che ha vissuto le vicende in prima persona.
all'obiezione di un signore sulla figura di Wildt, la guida si schernisce dicendo: ognuno la pensa come vuole, risposta senza senso che tradisce la paura di schierarsi sul tema di cui si tratta, ovvero la Sarfatti e l'arte nell'Italia fascista di Mussolini.
è così terribile da dire?

ad ogni modo, ho rivisto quadri e sculture, questo mi premeva.









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