bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 23 giugno 2017

il folle amante di dio sta morendo per un bacio

She did not know she desired him; but with him it was different. He knew that he loved her, and he desired her as he had never before desired anything in his life. He had loved poetry for beauty’s sake; but since he met her the gates to the vast field of love-poetry had been opened wide. She had given him understanding even more than Bulfinch and Gayley. There was a line that a week before he would not have favored with a second thought—“God’s own mad lover dying on a kiss”; but now it was ever insistent in his mind. He marvelled at the wonder of it and the truth; and as he gazed upon her he knew that he could die gladly upon a kiss. He felt himself God’s own mad lover, and no accolade of knighthood could have given him greater pride. And at last he knew the meaning of life and why he had been born.

sto leggendo un libro strepitoso, un'enormità.
Martin Eden.
Jack London.
nella bella traduzione di Cecilia Scerbanenco.
ho sottovalutato, per ignoranza, per anni questo autore, immaginandolo solo come un autore per libri per ragazzi.
ma sarò scema.
invece è un mostro di talento narrativo.
Martin Eden, sono agli inizi, ha quegli ingredienti straordinari della grande narrativa.
London dispiega la storia, la dipana, mi sta facendo entrare in quella testa, va dentro, e sonda.
sonda nelle acque profonde e tocca, tocca corde nodi questioni ancestrali con una sapienza sorprendente e molto attraente.
sono stata legata all'albero maestro dalle parole di questo incantatore, ora mi inoltro nella tempesta che mi aspetta.
e ne sono felice, God’s own mad lover.
nel frattempo cerco faticosamente di finire un libercolo veramente modesto, che ho iniziato perchè abbagliata da una risonanza superficiale e facile.
Carmen Pellegrino è una ragazza interessante ma non sa scrivere libri, almeno al momento. la storia che racconta in Se mi tornassi questa sera accanto (verso di una poesia di Alfonso Gatto) vive di echi alla poesia e alla desolazione territoriale ma è priva di consistenza narrativa. un libro noioso, spesso vuoto, una storia che si sfilaccia e non si costruisce mai, un libro che dimentico a ogni riga che leggo. leggo e poi mi chiedo: cosa ho letto? nulla. 
magari rileggo anche ma poi sono punto e a capo.
leggo e dimentico, nulla rimane.
certa moderna letteratura si sfinisce dietro a costruzioni apparentemente originali ma si dimentica l'essenziale, una storia che abbia qualcosa da dire. le circonvoluzioni narrative, le soluzioni descrittive non approdano a nulla, lasciamo solo il segno del giro che hanno fatto sulla sabbia, ma è già stato spazzato tutto via dall'onda, un attimo dopo.
uno sforzo inutile, direi dannoso. 
scrivere bene è più semplice di quel che si crede, non richiede appigli o echi o scalate improbabili, ma molto più difficile di quel che si immagina. 

3 commenti:

corte sconta ha detto...

non uso farlo..ma..mi permetto un consiglio(ne vale credimi la spesa,peraltro modesta)
"La strada-diario di un vagabondo", tradotto da pochissimo nel nostro paese. ah naturalmente è dell'immenso London che mi fa piacere tu stia riconsiderando.
très belle journèe Rouge

Rossa ha detto...

grazie Corte Sconta, terrò conto molto volentieri. Ora mi godo sto capolavoro...

Rossa ha detto...

io non lo trovo il libro.
adesso è un guaio perchè divento matta pur di trovarlo...