bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 18 giugno 2015

from these hands: a journey along the coffee trail

FROM THESE HANDS: A JOURNEY ALONG THE COFFEE TRAIL è il titolo della mostra dedicata al fotografo Steve McCurry, organizzata da Lavazza e firmata dall’architetto Fabio Novembre, che sarà allestita a Milano, dal 5 giugno al 5 luglio 2015, nella Sala Colonne del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Al centro della mostra, 62 scatti realizzati da McCurry in 12 diversi Paesi: Brasile, Burma, Colombia, Etiopia, Honduras, India, Indonesia, Perù, Sri Lanka, Tanzania, Vietnam, Yemen. L’allestimento di Fabio Novembre è studiato per accompagnare il pubblico nelle atmosfere evocate dagli scatti. Le foto di McCurry sono sempre l’inizio di un viaggio in cui è meraviglioso addentrarsi. L’idea da cui è stato sviluppato l’allestimento, diventa quindi un labirinto che si integra perfettamente nelle geometrie della Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Il visitatore potrà ammirare le opere di McCurry riprodotte su pannelli concepiti come pagine di un volume fuori scala. La bellezza e l’umanità che scaturiscono dalle immagini di McCurry è amplificata dall’allestimento di forte impatto scenico e immersivo studiato e realizzato dall’architetto Fabio Novembre.Unico comune denominatore: il caffè. Si tratta infatti delle foto più belle ed evocative scattate da McCurry nel corso di un viaggio che copre un arco temporale di oltre trent’anni sulle strade del caffè.













belle, cosa posso dire, belle queste foto.
cioè quelle di McCurry, le mie fanno schifo ma volutamente le pubblico.
perchè?
perchè non sono esposte le foto originali di McCurry ma dei pannelli luminosi, molto luminosi, che probabilmente vorrebbero esaltare la realtà fotografica ma la trasformano in cinematografica, ovvero la tradiscono.
è un'altra cosa.
nell'esposizione viene certamente cercato un effetto scenico, sia nella disposizione, come tra le pagine di un libro, sia, appunto, con questa luminosità e grandezza dimensionale che non appartengono alla fotografia originale.
e questo mi dispiace, sembra ormai impossibile rinunciare al surplus, al'eccesso, alla grandiosità digitale, all'enfasi.
non ce n'era bisogno, McCurry basta e avanza.
un'operazione di marketing, uno sgambetto al talento.

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