bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 11 luglio 2014

progettando

2004–2014. Opere e progetti del Museo di Fotografia Contemporanea.
girando in bici, una visita in Triennale è sempre un buon corroborante, una sferzata di energie mentale.
scelgo, tra le altre, questa esposizione.
Il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano) festeggia dieci anni trasferendo la sua attività espositiva estiva alla Triennale di Milano per far conoscere a un più ampio pubblico cento capolavori acquisiti nel decennio e quindici progetti. Inaugurato nel 2004, dopo una lunga gestazione, nella sede di Villa Ghirlanda, il Mufoco è l’unica istituzione museale italiana dedicata alla fotografia finanziata pubblicamente. Vanta una collezione di due milioni di immagini e una biblioteca specializzata con 20 mila volumi e riviste e opera più livelli: conservazione, catalogazione e valorizzazione del patrimonio fotografico e bibliotecario; realizzazione di mostre; pubblicazione di cataloghi e testi di studio; promozione della cultura visiva; ideazione di progetti di committenza ad artisti contemporanei e di progetti di arte pubblica con la partecipazione dei cittadini. L’esposizione “2004-2014. Opere e progetti del Museo di Fotografia Contemporanea”, allestita alla Triennale dal 3 luglio al 10 settembre offre una panoramica su questa attività culturale. Le due parti del percorso espositivo – opere e progetti – sono strettamente intrecciate; i temi comuni sono il paesaggio urbano e naturale, la figura umana, la società in trasformazione, la sperimentazione artistica. Oltre alle fotografie sono presenti numerosi video e filmati di documentazione; il catalogo è pubblicato da Silvana Editoriale a cura di Roberta Valtorta.







alcune foto belle, anche di nomi noti che non riporto -il nome no le foto si- perché ce n'erano di meno noti, o meglio ignoti, con altrettanto belle foto che non trovo. democraticamente non cito nessuno. 
ma soprattutto, in questa breve e inaspettata e oscura mostra (un'ambientazione molto buia), c'era un bellissimo video che mi ha ipnotizzata. un video in mezzo a molti altri, tutti sperimentali e originali, focalizzati sulle persone, sui giovani in particolare, sul paesaggio, urbano periferico e rurale, sulla convivenza civile, sulla conoscenza, faticosa, del sè. 
molti i progetti seguiti da Cristina Nunez, fotografa esperta di autoritratto che fa di questo talento una via introspettiva di consapevolezza personale. il video che mi ha catturata -di cui non ricordo il nome -forse Identità Future?- consisteva in sequenze fisse di alcuni minuti su volti di adolescenti. alcuni rimanevano immobili nella posizione iniziale, altri sceglievano prima il profilo per poi girarsi di faccia, alcuni singoli, altri in coppia. i volti di questi ragazzi, silenziosi, fissi rivelavano molto di loro: per alcuni era meno problematico, anzi quasi una sfida, mostrare i propri occhi aperti e diretti sulla videocamera, per altri impossibile. per alcuni la solitudine nella stanza risultava una scelta necessaria, per altri, al contrario, lo era la vicinanza con un coetaneo ma, al contempo, con il passare dei minuti, imbarazzante. per alcuni la posizione del corpo e del volto consisteva in sequenze e posture naturali e istintive, incuranti del giudizio altrui, per altri certamente studiate e ragionate, innaturali, chiaramente indotte dal bisogno di pensarsi "visti" dall'Altro. 
un lavoro di indagine apparentemente semplice ma fortemente espressivo. 
l'adolescenza è un rito di passaggio, si va verso la propria identità, a volte spavaldi, a volte inciampando. 
ero assolutamente all'oscuro dell'esistenza di questo luogo di raccolta, di ricerca, di indagine, di archivio fotografico, di cultura visiva, digitale e non, di cultura d'immagine, il MUFOCO a Cinisello Balsamo, a Villa Ghirlanda (http://www.mufoco.org/), a due passi da casa, luogo che scopro essere frequentato e abitato da molti artisti contemporanei, luogo da conoscere e riconoscere. 
ancora una volta mettere il naso in mostre e musei è un buon modo per entrare nel mondo e chiedere di parteciparvi.

6 commenti:

marco eugenio ha detto...

Grazi per la bella recensione e condivisione di una mostra che avevo progettato di andare a vedere in questa estate milanese.
Ciao. Marco

corte sconta ha detto...

Ho appena visto una bella retrospettiva-Vagabondages-di Sergio Larrain al Forte di Bard,fotografie forti,alcune,altre quasi "sospese",illuminanti,vere come la degradazione e la miseria di certi angoli di mondo.mi ha fatto riflettere la tua frase conclusiva;credo si frequentino determinati luoghi(musei,teatri,sale varie) per uscire dal mondo,da questo mondo,da questa realtà in fondo così povera..la solitudine non è certamente l'assenza di contatti umani,non per me almeno.le fotografie di Wenders che hai pubblicato sono "speciali",davvero belle.un caro saluto Rossa.

Rossa ha detto...

ciao Marco Eugenio, si si vai, ci sono molte cose da vedere in Triennale in questo momento, questa mostra è solo una delle tante di questa estate (?) milanese.
ciao

Rossa ha detto...

Forte di Bard? che meraviglia! ma sei lì in vacanza? abiti vicino? sono andata a metterci il naso...che belle foto caspita. perchè non scrivi un breve post e me lo metti qui? poi ci metto le foto che vuoi, del sig. Larrain, e ti pubblico.
dai facciamo così!!
io però non ho detto che musei e teatri sono un modo per scappare dal mondo, ma un modo per parteciparvi. mi sembra diverso!!

corte sconta ha detto...

concordo è una meraviglia.no purtroppo non sono in vacanza,vivo in questa valle,ci sono nato in mezzo a questi boschi e ghiacciai da quasi mezzo secolo.mi fa piacere tu ci abbia buttato uno sguardo,ne è valso il tempo no?il fotografo cileno aveva talento e grande sensibilità,mi ha catturato fin da subito.sei gentile e ospitale,ti ringrazio davvero,ma non credo d'essere la persona adatta,nei limiti delle mie possibilità e cercando di farlo con umiltà,scrivo sensazioni personalissime che nascono leggendo e guardando "materiale umano"valido.questo è uno dei motivi per cui amo il tuo blog(conosciuto casualmente crcando De Andrè),in ultimo:infatti non intendevo dire ciò che dici,non ti ho travisata,sono io che penso che quelli possano essere ottimi strumenti di "fuga"..a presto.

Rossa ha detto...

beh peccato, comunque puoi pubblicare quando vuoi se hai qualcosa da pubblicare...ciao. Rossa