bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 5 febbraio 2013

sesso e design

anche grazie a un gran bel regalo di Natale, una tessera per visitare la Triennale di Milano gratuitamente, mostre e presentazioni -deve essersi sparsa la voce del mio girovagare- nel passato fine settimana milanese mi sono ubriacata di mostre in questo bell'angolo di vita meneghina. bello perchè è ai confini del parco sempione, bello perchè le sale sono ampie, spaziose, ariose e luminose e bello perchè le scelte artistiche architetturali di design e di costume, sono sempre state di grande interesse.
ma questa mostra, delle 3 che ho visto, NO.
sesso e design- KAMA.
un titolo accattivante, la presentazione della sua curatrice ancora di più, entusiasmante.
le premesse sono davvero pregevoli, cercare nella nostra convivenza quotidiana con gli oggetti, con la casa, con gli arredi, con le strutture che ci supportano giornalmente la relazione con la sessualità, sia vissuta che immaginata, sia sublimata che  sperimentata. un rapporto con le cose che cela sempre una relazione con i sensi, la sessualità, il corpo e la sua eccitazione.
KAMA. Sesso e Design nasce da un’urgenza: la necessità (e la volontà) di riconsegnare al design la sua facoltà di dare risposte “materiali” e “oggettuali” ai grandi nodi ontologici dell’esistenza. Questa mostra ha l’ambizione di essere una mostra sugli oggetti che hanno come matrice morfologica gli organi genitali e sessuali, ma anche le relazioni sessuali che il corpo intrattiene con altri corpi. È una mostra che studia come il sesso si deposita negli oggetti di uso quotidiano. Due anni fa, con la mostra Independent. Design Secession, Triennale Design Museum si interrogava sul rapporto fra il design e la morte. L’anno scorso, con O’Clock, abbiamo investigato il rapporto fra il design e il tempo. Ora ci interroghiamo sul design e l’istinto di vita – la libido, la pulsione vitale di cui parlava Freud. 
Silvana Annicchiarico
fantastico mi sono detta, una ricerca veramente interessante. si tira in ballo pure Freud!! sono a casa mia...
e cosa mi ritrovo?
intere sale con oggetti, strutture, sedie, quadri, fotografie, costruzioni che non esprimono sottilmente, intrinsecamente, costituzionalmente e soprattutto simbolicamente questo rapporto, ma oggetti che semplicemente, banalmente, stupidamente sono apertamente oggetti sessuali.
sono oggetti di uso quotidiano?
cosa vuol dire cercare il rapporto con la sensualità delle cose se la cosa che sto manipolando è a forma di cazzo?
mi state prendendo in giro?
se la sedia invita a una posizione a cavalcioni riproducendo una sella di cavallo?
se lo specchio è a forma di vagina?
se la foto è a gambe larghe sul pube peloso di una mia collega femmina?
se il pannello per sistemare il cappotto e i miei vasi riporta sottostante le posizioni del Kamasutra?
ma di cosa stiamo parlando?





di un alone di sessualità nella nostra vita, del suo istinto portante e vitale o, come mi hanno insegnato proprio alla triennale con una bellissima mostra di quest'estate, del kitsch, del messaggio esplicito, iperespresso, della dimostrazione aperta senza allusione? qui  non stiamo più parlando di sensualità nel contatto quotidiano dello spazio che abitiamo, qui stiamo parlando di oggetti che trasudano esplicitamente riferimenti sessuali, praticamente invitano all'uso e vengono di orgasmi ripetuti, senza peraltro necessariamente parlarne.
Scrissi qualche mese fa:
è divertente e orrifico allo stesso tempo questo mondo ipercolorato, iperbolico, iperespressivo, iperapresentativo. 
il kitsch ha bisogno di "dire" a tutti i costi superando il senso stesso delle cose, delle persone, delle situazioni, consegnandole a un altro senso, quello del luogo comune, e sottraendole all'autenticità.
una poltrona è più di una poltrona, un'opera d'arte è più di un'immagine simbolica, un vestito è oltre ed è troppo è di più, un oggetto è ancora più su, è un oggetto a tutti i costi che deve dire tutto a tutti i costi. uno stato maniacale costante, un eccesso di materia di sostanza che livella tutto alla dimensione del cattivo gusto, o dell'assenza di gusto.

una boiata mai vista, sono passata veloce ridendo della bestialità di questa esposizione, dell'equivoco così banale, ma che posso pensare nella gente che guarda non on chi si pone nella posizione di sapere di chi allestisce una mostra, su cosa è sessuale e cosa non lo è. trastullarsi con un soprammobile lungo 50 cm che finisce con una cappella a forma di teschio non è alludere alla sessualità, è semplicemente guardare un oggetto come un altro che perde ogni senso allusivo, che si appiattisce la fantasia e il cervello senza dare il senso che la sua forma esplicita vorrebbe richiamare in me, per il semplice fatto che me lo mostra i tutta la sua banale verosimiglianza. 
non c'è come reificare all'infinito un pene in erezione per non vederlo più, ma non c'è come alluderlo simbolicamente per non smettere mai di pensarci.
noia. 
e anche un po' di disprezzo, lo ammetto, per chi crede di sapere e non sa.

Afferma Gillo Dorfles: “Come sempre, sono l’intenzione e la consapevolezza, sia rispetto all’utilizzo delle tecniche sia nei riguardi dei contenuti, che trasformano un oggetto, una forma, ma anche un comportamento, in un’opera, in un linguaggio che sentiamo veri e autentici. Se non esiste la dimensione culturale, ogni forma d’arte è destinata a cadere nella trappola di un kitsch più o meno consapevole. La vera arte non è mai “maliziosa”; il kitsch lo è, e questa è la sua essenza. È necessario conoscerlo, anche frequentarlo e, perché no, qualche volta utilizzarlo, senza farsi mai prendere la mano. Perché il cattivo gusto è sempre in agguato”


4 commenti:

monteamaro ha detto...

Mai fidarsi dei titoli accattivanti! Ricordi quel detto? "Vedere cammello, pagare moneta! "Concordo col tuo giudizio sulla mostra, tutto ciò che è sessualità, andrebbe vissuta soprattutto percependo le situazioni, individualmente. Lasciando che la propria fantasia plasmi le emozioni, trasformandole poi in momenti intimi, che sono appunto intimi. Esplicitare, sarebbe come sedere a un tavolo ricco di buone pietanze, e anzichè gustare con metodo, abbuffarsi.
Riprova, sarai più fortunata!

Rossa ha detto...

ma si hai ragione, mi sono fatta abbindolare come una scolaretta...ma la Triennale di Milano fa cose serie, racconterò di un'altra mostra davvero interessante..

enzo ha detto...

Commento con una battutaccia: il sesso tira!
:)
Ciao Rossa, buona serata (nella neve?), vado a leggere cosa scrivi dello sconosciuto Archiloco.

Rossa ha detto...

anche tu devi avere ragione, e io che mi aspettavo riflessioni tra il filosofico e lo psicoanalitico.
tira e basta.
vai vai, è un tipo il sig Archiloco. usa un linguaggio che non ti aspetteresti a quei tempi...