bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 13 gennaio 2013

pause

le parole mi abbandonano.
vorrei trovare il modo per dirlo ma ora non ce l'ho.
annaspo, sempre più spesso, alla ricerca dei nomi delle cose.
balbetto, lunghe pause di silenzio, di non parola.
muta, in imbarazzo, in attesa della ripartenza.
la parola è la mia vita, il mio lavoro, il mio nome, la mia cifra.
afasia. il terrore di un ricordo.
scrivere mi salva, mi da il tempo di una ricerca che parlando non ho.

3 commenti:

monteamaro ha detto...

Leggendo provo una malessere che non mi spiego subito, poi ricordo e mi dico che anzichè la tua firma in fondo al post, poteva esserci quella di mia mamma dopo che un ictus l'aveva colpita. Dici bene, condizione imbarazzante in attesa di una ripartenza.

Rossa ha detto...

ma io non ho avuto un ictus, non ancora almeno, per me le pause rievocano -come funzioniamo allo stesso modo- la malattia di mia madre, inesorabile involuzione, e mi chiedo se sia anche il mio destino.
grazie per le tue parole, spero di ricostituirmi.

monteamaro ha detto...

elsski 20Spazio e tempo cambiano continuamente insieme a noi.
Allora qual'è il problema? Paradossalmente è che siamo animali pensanti, e il più delle volte ci dissociamo dal tempo e dallo spazio presente, per rincorrere le condizioni passate o, per crearcene di future. E questo la tua professione te lo ricorda quotidianamente. Ma tutto è relativo, e prima o poi come le lancette di un qualunque orologio, completeremo il giro e torneremo al punto di partenza...e tutto ricomincia. Paure? Ne avremo sempre, ma si vive nonostante.
In gamba!