bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 10 maggio 2012

hangar Bicocca

intanto vorrei caricare delle foto e questo stupido blog mi dice che ho esaurito lo spazio disponibile e che se ne voglio postare altre devo PAGARE.
sono sconcertata. adesso ci penso su ma al momento credo che posterò senza foto e buonanotte. queste sono le ultime.

nel frattempo mi dedico alla considerazione che l'hangar Bicocca di Milano è un gran bel posto.
sono sempre molto affascinata dal recupero di spazi industriali, enormi, decadenti, fatiscenti, e il riadattamento sotto forma di zone espositive di grande respiro.
un hangar mi fa pensare a un areoporto.
in questo non ho trovato un aereo ma torri, sette, svettanti, minacciose e misteriose.
una rassegna di video molto suggestivi.
un gioco di luci ed ombre evocativo di giochi d'infanzia perduti.

Per HangarBicocca Hans-Peter Feldmann ha ripensato e riproposto una nuova versione di una delle sue più conosciute  installazioni: "Shadow Play".
Su un tavolo lungo circa 20 metri sono allineati alcuni piedistalli che ruotano su se stessi: su ognuno di essi sono collocate oggetti di varia natura tra cui vecchi giocattoli di latta, piccolo elettrodomestici, una pistola, una Barbie e diversi souvenir, che grazie all’illuminazione ravvicinata proiettano sulla parete un teatro delle ombre continuamente mutevole.
sembra di essere un po' al cinema, tipo Toy Story della Pixar, un po' a teatro, un po' nella soffitta di una casa d'epoca, un po' nell'angolo recondito di un segreto giardino d'infanzia. è una piccola riflessione sulla bellezza degli oggetti perduti, sulla memoria, sulla semplicità della bellezza. 


L’installazione site-specific "I Sette Palazzi Celesti", realizzata per HangarBicocca nel 2004, è una delle più importanti opere dell’artista tedesco Anselm Kiefer e deve il suo nome ai Palazzi descritti nell’antico trattato ebraico Sefer Hechalot – il “Libro dei Palazzi/Santuari” – dove si narra il simbolico cammino d’iniziazione spirituale di colui che vuole arrivare al cospetto di Dio. L’opera rappresenta il punto d’arrivo dell’intero lavoro dell’artista e sintetizza i suoi temi principali proiettandoli in una nuova dimensione fuori dal tempo: essi contengono infatti in sé l’interpretazione di un’antica religione (quella ebraica); la rappresentazione delle macerie dell’Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale; la proiezione in un futuro possibile da cui l’artista ci invita a guardare le rovine del nostro presente. 
Le sette torri, del peso di 90 tonnellate ciascuna, hanno altezze variabili tra i 14 e i 18 metri e sono realizzate in cemento armato utilizzando come elementi costruttivi moduli angolari ottenuti dai container utilizzati per il trasporto delle merci. 
sono toste le torri, sembra di essere in un residuo dimenticato e diroccato di mondo. anche in questo caso gioca molto, nella suggestione, il riflesso della memoria: sono in un angolo del mio cervello, quello rettiliano, sono nella preistoria della terra, sono nel passato e nel futuro di guerra, di distruzione, di inizio e fine del mondo. le torri sono potenti e fragili, svettano ma magari cadono, contengono specchi senza riflesso, frammenti di stelle, libri della torah, frasi ebraiche che evocano il nome innominato di dio, navi dell'antico testamento, pellicole di film mai visti o visti tutti i giorni. sono splendide, chi le ha create mi ha regalato un momento sospeso nel tempo.



"NON NON NON", la prima retrospettiva di installazioni e di opere di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, comprende sette film originali e un display concepito dagli artisti che ospita disegni, acquerelli e un video. I film proiettati in HangarBicocca costituiscono nel loro insieme un grande affresco audiovisivo. A partire dalla fine degli anni Settanta i due artisti iniziano una ricerca che li porta a scoprire filmati recuperati negli archivi dei grandi cineasti del passato o trovati nel corso di avventurosi viaggi. Attraverso un dispositivo di loro invenzione, la “Camera Analitica”, i fotogrammi delle vecchie pellicole vengono riproiettati manualmente, rifotografati e rimontati realizzando nuove narrazioni di grande potenza evocativa che affrontano i grandi temi della storia del XX e del XXI secolo come la violenza coloniale, le grandi guerre, l’esilio, le migrazioni dei popoli, visti attraverso gli occhi delle moltitudini anonime. 
sono belli, i filmati, a volte proiettati in sequenza, a volte in contemporanea, lungo spazi molti ampi eppure anche sovrapponibili, sono rallentati, spezzati, e ripetitivi. sone splendide le immagini coloniali, passa in modo sostanziale e fermo, la percezione della sopraffazione, della distanza abissale tra padrone e conquistato, dello sfruttamento. ci sono immagini girate nel deserto, gialle e rosse, che evocano il fuoco del sole africano. ci sono immagini di repertorio che implicano il pensiero di vedere in quel momento gente che non è più ma che ha posato, divertita e spensierata, al tempo del proprio esistere. mi hanno fatto pensare, queste immagini, all'immanenza. a quel tempo e al mio tempo. questo è il mio, bisognerà viverlo degnamente e pienamente. domani potrei essere solo un filmato dei primi anni 2.000. 



5 commenti:

monteamaro ha detto...

Sei una vera miniera di opere d'arte...questa penso proprio di visitarla anch'io il prossimo fine giugno.
Mio cognato ha casa nel polo universitario, a due passi dall'hangar, ci andremo di sicuro.
A proposito, hai fotografato nella stessa zona, l'orologio sopravvissuto ai capannoni Pirelli?

Rossa ha detto...

e bravo tuo cognato...è perfetto (c'è anche una caffetteria davvero carina, se vai di sera puoi mangiare lì...). poi mi dici se ti è piaciuto? dell'orologio NON SO NIENTE!! come dove e quando??

monteamaro ha detto...

Nebbia fitta (!) per L'Orologio...Lo ricordo tra gli ex recintati viali interni, della vecchia Pirelli: Ammonitore segnatempo, per quel grande formicaio umano, che è stata l'azienda delle gomme milanese. (Il tempo come si sà, l'è danè!) Conto di ritrovarlo, e naturalmente fotografarlo. Caffetteria...una traccia in più?

Rossa ha detto...

il bistrot si chiama Dopo lavoro Bicocca, è all'interno dell'hangar, ORARI
martedì / mercoledì h 11 -16
giovedì / domenica h 11 - 23
lunedì chiuso

CONTATTI
Tel 02. 64 31 111

va bene così?

aspetto foto e indicazioni su orologio pirelli.

monteamaro ha detto...

Sei meglio di una Michelin...merci bien!
Per l'orologio ho gia preallertato mio cognato, che essendo single, posso prendere in ostaggio senza problemi.