bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 30 aprile 2012

la musica, il segno d'un'altra orbita

com'è bella l'Università Cattolica di Milano.
non ci andavo da...vent'anni? di più...

due cortili interni immensi immersi nel verde con sculture di Manzù, uno spazio esterno attiguo alla Basilica di Sant'Ambrogio, così vicino da sembrare un'unica struttura. quante magnificenze.
sono stata invitata ad assistere, domenica scorsa 22 aprile 2012, nell'aula magna della Cattolica appunto, all'ascolto di una magnificenza culturale: Montale e la musica, "Il segno di un'altra orbita", una testimonianza poetico-musicale a cura di Giulia Grata, accompagnata da giovani fantastici musicisti e attori degni di questa splendida iniziativa.
quante ma quante e quante cose ancora ho imparato. 
Montale era appassionato di musica, al punto di aver desiderato studiarla per abbracciare quella che definiva una vera arte. ma la musica non fu la via di Montale, lo sappiamo bene, seppure coltivò lungo tutta la vita un vivido amore per l'arte dei suoni.

studiò canto da giovane e fu proprio la musica a condurlo alla poesia. la sua vocazione canora mancava, diceva, del genio e dell'imbecillità necessari alla carriera lirica, ovvero l'istinto musicale e l'ostentazione senza timore del ridicolo. Montale raccontò questa sua passione in un’intervista ironizzando sul “rischio” corso di diventare cantante professionista: “Non avrei resistito alla vita dell’artista lirico che è piena di problemi, di sacrifici e che impone questa di due qualità così diverse, inconciliabili, il genio e l’imbecillità diciamo così. Io non so se avessi il genio, ma certamente no; ma certamente poi non ero completamente provvisto neanche di imbecillità, quindi non si sa che cosa sarebbe venuto fuori da questo connubbio. [...] La scoperta della musica di Debussy mi fece un certo effetto.”
e ancora:
“Scrissi i primi versi da ragazzo. Erano versi umoristici, con rime tronche bizzarre. Più tardi, conosciuto il futurismo, composi anche qualche poesia di tipo fantaisiste, o se si vuole, grottesco-crepuscolare. Ma non pubblicavo e non ero convinto di me. Ambizioni più concrete e più strane mi occupavano. Studiavo allora per debuttare nella parte di Valentino, nel Faust di Gounod; passai poi tutta la parte di Alfonso XII nella Favorita e quella di Lord Aston nella Lucia. L’esperienza più che l’intuizione, della fondamentale unità delle varie arti dev’essere entrata in me anche da qualle porta. I pronostici erano ottimi, ma quando morì il mio maestro, Ernesto Sivori, uno dei primi e più acclamati Boccanegra, mutai rotta, anche perchè l’insonnia non mi dava tregua. L’esperienza mi fu utile: esiste un problema d’impostazione anche fuori dal canto in ogni opera umana [...].Eugenio Montale, Intervista immaginaria, da “La Rassegna d’Italia, I n.1, gennaio 1946.

ma nemmeno la poesia "pura" fu la via di Montale. la poesia, diceva, è impura, sebbene musicale, è un "mostro": “La poesia è un mostro: è musica fatta con parole e persino con idee: nasce come nasce, da un’intonazione iniziale che non si può prevedere prima che nasca il primo verso”. la poesia è ancorata all'oggetto, al reale, alla poesia è affidato il compito di interrogarsi sul vero nome delle cose, sulla loro essenza e diventa canto panico solo quando evoca la fusione con la natura.

qui le poesie lette, associate a tratti a brani di musica. sono così belle che a commentarle ci perderei, ci perderebbero, soltanto. 

Corno inglese
Il vento che stasera suona attento
– ricorda un forte scotere di lame –
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l’orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D’alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia
livido, muta colore,
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell’ora che lenta s’annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.

Nella serra
S'empì d'uno zampettìo
di talpe la limonaia,
brillò in un rosario di caute
gocce la falce fienaia.
S'accese sui pomi cotogni,
un punto, una cocciniglia,
si udì inalberarsi alla striglia
il poney - e poi vinse il sogno.
Rapito e leggero ero intriso
di te, la tua forma era il mio
respiro nascosto, il tuo viso
nel mio si fondeva, e l'oscuro
pensiero di Dio discendeva
sui pochi viventi, tra suoni
celesti e infantili tamburi
e globi sospesi di fulmini

su me, su te, sui limoni...

Potessi almeno costringere
in questo mio ritmo stento
qualche poco del tuo vaneggiamento;
dato mi fosse accordare
alle tue voci il mio balbo parlare:
io che sognava rapirti
le salmastre parole
in cui natura ed arte si confondono,
per gridar meglio la mia malinconia
di fanciullo invecchiato che non doveva pensare.
Ed invece non ho che le lettere fruste
dei dizionari, e l’oscura
voce che amore detta s’affioca,
si fa lamentosa letteratura.
Non ho che queste parole
che come donne pubblicate
s’offrono a chi le richiede;
non ho che queste frasi stancate
che potranno rubarmi anche domani
gli studenti canaglie in versi veri.
Ed il tuo rombo cresce, e si dilata
azzurra l’ombra nuova.
M’abbandonano a prova i miei pensieri.
Sensi non ho; né senso. Non ho limite.

L'anima che dispensa
L'anima che dispensa
furlana e rigodone ad ogni nuova
stagione della strada, s'alimenta
della chiusa passione, la ritrova
a ogni angolo più intensa.

 La tua voce è quest'anima diffusa.
Su fili, su ali, al vento, a caso, col
favore della musa o d'un ordegno,
ritorna lieta o triste.Parlo d'altro,
ad altri che t'ignorae il suo disegno
è là che insiste do re la sol sol...

Nel sonno
Il canto delle strigi, quando un’iride
con intermessi palpiti si stinge,
i gemiti e i sospiri
...di gioventù, l’errore che recinge
le tempie e il vago orror dei cedri smossi
dall’urto della notte – tutto questo
può ritornarmi, traboccar dai fossi,
rompere dai condotti, farmi desto
alla tua voce. Punge il suono d’una
giga crudele, l’avversario chiude
la celata sul viso. Entra la luna
d’amaranto nei chiusi occhi, è una nube
che gonfia; e quando il sonno la trasporta
più in fondo, è sempre sangue oltre la morte.


Montale amava il melodramma, il teatro d'opera, l'"orrido repertorio" più intensamente romantico capace di dipingere nel vivo i diversi sentimenti dell'uomo. "Amo, e lo dico molto semplicemente, quei musici in cui l'amor vitae non si fa uccidere dalla superstizione di un nuovo stile; li amo forse perché indicano la via che avrei voluto seguire nell'arte mia, se ne avessi una e se la poesia fosse davvero un'arte come le altre". lo definiva un teatro povero dalle scene spoglie, reso ricco dall'irrompere dell'imprevisto e del caso, proprietà capaci di svelarne l'arte. Montale esprimeva, con sarcasmo sferzante, la sua idiosincrasia, la sua profonda ostilità per la musica contemporanea dodecafonica, noiosa e angosciante. la definiva democratica, piatta, senza l'egemonia di un suono dominante, al contrario, nella musica tonale, in cui tutto è possibile.
amava Mozart, maestro dell'invenzione pura, animato di vitalità artistica. in lui vedeva la fede dell'artista, intessuta di bontà e umiltà, capace di toccare l'eccellenza senza apparentemente creare nulla di nuovo. sosteneva che il genio, come quello di Mozart, è sempre infantile mentre l'uomo, adulto, è sempre escluso dal dono della grazia.


W.A. Mozart - Abendempfindung an Laura
grazie, di tutto.

5 commenti:

fabrax ha detto...

buongiorno bellissima, ho bisogno di parlare con te in privato. La mia e-mail è:

ventodicaduta@hotmail.com

Rossa ha detto...

carissima fabrax, lo sai che non sono portata per queste cose...

fabrax ha detto...

picchia la testa e parlami.... ahahahah

Rossa ha detto...

sei simpatica Fabrax, ma lo farei una volta e poi più. meglio rimanere in questo bel contesto di non conoscenza e grande reciproco rispetto, credimi.

fabrax ha detto...

non c'è problema, ti amo lo stesso