martedì 17 febbraio 2009
Senza pelle
senza pelle
o senza testa
o senza cuore
senza
ho pensato e ripensato alla storie che sento ogni giorno.
ho immaginato la vita degli Englaro, una vita dedicata alla morte.
ho pensato alle misure eccezionali per tenere in vita la morte e quelle altrettanto eccezionali per dare vita alla morte.
ho pensato alle mostruosità che ho letto, ai senza cervello.
ho pensato alla mostrusità di certe morti, di cui nessuno si occupa MAI, e quanta dedizione invece ha meritato la vita morta di una morta 17 anni fa.
ho pensato quanta poca vita c'è in chi si spertica nel mantenere in vita la morte,
quanto terrore c'è a spegnere un lume già spento come se si stesse spegnendo il proprio,
a occuparsi svisceratamente urlando al massacro di ermellini e visoni o di feti mai nati mai dotati del bene della vita,
ho pensato al deserto di certe vite,
al fanatismo senza pensiero,
all'ideologia vuota senza motivazione,
agli encefalogrammi piatti che pur camminano per strada
alla perversione di chi crede nel perpetuamento della vita senza anima.
penso a quanta gente vive senza pensare credendo che la vita si possa sprecare per poi anche lamentarsene.
la vita non si spreca. e' un peccato mortale, che si paga con la propria stessa vita.
penso alle persone senza pelle
-vedete il film di D'Alatri del '94, se lo trovate, merita una serata a casa tenendo accesa la tv per un buon motivo-
che si lasciano trafiggere da un'emozione,
senza difesa dal mondo,
tutto è dentro,
tutto passa il confine della propria anima.
che a volte è gravemente malata e urla per farsi sentire da chi pensa di essere sano.
chi non sa cos'è la sofferenza ha del buon tempo da sprecare dietro a messaggi terroristici di morte.
senza pelle.
senza.
senza opinioni
senza mente
senza sguardo
senza valore
senza
questo è il vero delitto.
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