bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 23 dicembre 2019

C'è la brina, siamo a tre sottozero e i ciliegi sono tutto un fiore.

lo spettacolo è stato travolgente.
il Giardino dei Ciliegi
bello e denso
minimo e molto
luci e ombre
volti e figure
infanzia e decadenza
Cechov for ever.
amo davvero molto il teatro di Cechov, lo sento teatro che più teatro non si può.
e Alessandro Serra è un giovane talento che mi trafigge con le sue operazioni sceniche.
ho letto su la Lettura (come può sopravvivere alla durezza della vita chi non legge la Lettura?) che, tra i vari personaggi del Giardino, ama in particolare Firs e Charlotta, il servo e l'orfana.
certo, che scoperta, anche io.
probabilmente perché ne fa due monumenti, uno tenacemente nostalgico l'altro magicamente vivo.
c'è da respirare profondo e godersi ogni attimo e ringraziaredio che il teatro esiste.

FIRS (si avvicina alla porta, prova la maniglia)
Chiuso. Se ne sono andati... (Siede sul divano).Si sono dimenticati di me... Non fa niente... io resto qui... E Leonid Andreiè non si sarà messo la pelliccia, sarà partito in cappotto... (Sospira preoccupato).Io non ho controllato... Ah gioventù scapestrata! (Borbotta qualcosa di incomprensibile).La vita è passata, è come se non avessi vissuto... (Si corica).Mi sdraio un po'... Non hai più forza, non ti è rimasto proprio niente, niente... Eh tu... buono a nulla!... (Resta sdraiato, immobile).
Si sente un suono lontano, come se venisse dal cielo, il suono di una corda di violino che si spezza, un suono triste, morente. Cade il silenzio, si ode soltanto, in lontananza, la scure che si abbatte sugli alberi.

bisogna però anche inviare a dio qualche protesta perchè il Teatro Dell'Arte esiste.

per l'ennesima volta ho visto la rappresentazione in condizioni a dir poco oscene. 
è chiaro che chi ha pensato alla ristrutturazione del teatro a teatro non ci va. 
è la terza volta, la prima nel 2015 per uno spettacolo con Baryšnikov, 20 minuti di ritardo e il lato superiore di un vetro, sporco e lurido che la gente piazzata davanti cercava di pulire in tutti i modi con sciarpe e fazzoletti, con effetto barra nera davanti ai miei occhi e visione dimezzata, la seconda con L'uomo seme di Bergamasco, posti in balconata ribassati (ma non segnalati) rispetto alle altre poltrone (ma il biglietto costa allo stesso modo) e di nuovo lo spettacolo con la barra della balconata davanti. la terza volta è questa, 15 minuti di ritardo, posti in galleria, e mi ritrovo con un muro davanti, letteralmente un muro eretto nel mezzo delle poltrone, a ridosso delle sedie, strettissima, scomodissima e con una visione ridicola, ridottissima e tagliata in più direzioni.
il biglietto segnalava visibilità ridotta ma non mi sembra preciso, capisco la distanza e l'angolazione, ma il muro davanti con barre e tiraggi davanti agli occhi, mi sembra troppo. questi posti trappola dovrebbero costare la metà degli altri. oppure più semplicemente, non dovrebbero nemmeno esistere.

è' inutile dire che al Teatro Dell'arte ci vado il meno possibile, e ogni volta mi ricordo il perché.

io direi: abbattetelo.

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