bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 15 aprile 2018

art week- YA BASTA HIJOS DE PUTA

art week, quante interessantissime mostre di arte contemporanea.
al Pac, Teresa Margolles: una mostra intensa.
YA BASTA HIJOS DE PUTA
frase trovata sul corpo decapitato di una donna a Tijuana: è il genere di messaggi - incisi o scritti sui cadaveri - utilizzati dai gruppi di narcotrafficanti per “marcare” il proprio territorio. lo sappiamo, lo abbiamo letto di recente sul giornale relativamente a un broker di Pavia ucciso in Messico a febbraio. "Questo mi è successo per essere un ladro".
si respira aria pesante, il Messico è aria pesante, è aria da incubo, un'aria irrespirabile di morte, ma la mostra di questa artista lo sa raccontare e far percepire senza enfasi. non ci sono foto di morti ammazzati, non ci sono squartamenti, non ci sono eccessi di spettacolarizzazione, ci sono metafore, ci sono prove indirette, ci sono nebbie di vapori inquietanti e gioielli di vetri rotti nelle sparatorie, ci sono camere con pannelli di foto segnaletiche che tremano come al passaggio di un treno, ci sono fili di sutura della camera mortuaria, ci sono foto di trans riprese su detriti di ex dancefloor di discoteche demolite in città, ci sono riviste messicane che coniugano sesso e morte, ci sono fogli imbevuti di liquidi corporei, c'è abbastanza direi, ma in un modo encomiabile e incisivo, un modo sconcertante e potente, un modo molto intelligente.
c'è la materia dei corpi, c'è l'osceno della scomposizione, c'è il corpo morto che scompare, la sottrazione alla vista, c'è lo sguardo sui corpi dei morti che non si vedono, ci sono gli strumenti delle sale della morte, i resti, gli scarti, i liquidi, c'è abbastanza per immaginare - è l'immaginario della morte che si insinua - e uscirne demoliti. la mostra c'è. è.























Il PAC di Milano presenta la personale di Teresa Margolles (Culiacán,1963), artista messicana che vive e lavora tra Città del Messico e Madrid. Con una particolare attitudine al crudo realismo, le sue opere testimoniano le complessità della società contemporanea, sgretolata da un’allarmante violenza che sta lacerando il mondo e soprattutto il Messico. Vincitrice del Prince Claus Award 2012, Teresa Margolles ha rappresentato il Messico nella 53° Biennale di Venezia nel 2009 e le sue opere sono state esposte in numerosi musei, istituzioni e fondazioni internazionali. Con uno stile minimalista, ma di forte impatto e quasi prepotente sul piano concettuale, le 14 installazioni di Margolles in mostra al PAC esplorano gli scomodi temi della morte, dell'ingiustizia sociale, dell'odio di genere, della marginalità e della corruzione generando una tensione costante tra orrore e bellezza.

3 commenti:

corte sconta ha detto...

sempre,sempre interessante leggerti Rouge. merci e buona domenica.

Rossa ha detto...

Qui segna 3 e 22. Ti sembra l'ora???
Sei indisciplinato ma sempre sempre gentile
Buona serata
Rossa

corte sconta ha detto...

Ahahah! t'a raison.non amo granché la disciplina e poi ci sarebbe da intendersi sulle modalità e funzioni della disciplina..comunque a parte questo, si è vero che amo la notte,anche se stanco morto,e' più forte di me volerla vivere. ci trovo una libertà che il giorno non può darmi.
un abbraccio Rouge