bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 20 luglio 2015

si viaggiare

son tornata a Expo di sera e il mondo è grande.
rispetto alla prima volta ho trovato i cluster finalmente completati e il Nepal coraggiosamente aperto. 
ho mangiato le patatine dei belgi, il pane del Sudan, i tacos del Messico e i mini pancakes dell'Olanda (rigorosamenre conditi di nutella Ferrero, però).
la mia sensazione è ancora gradevolissima, è il mondo a casa mia, scopro quel che altrimenti, del mondo, non saprò né vedrò mai. 
inutile contarmela su, potessi anche iniziare a viaggiare di più, e ora lo faccio pochisimo, al massimo una città europea all'anno, potessi pensare tra dieci anni di ridurre il lavoro e godermi di più la vita (ma con quali soldi?) io non sarò mai una che ha visitato il mondo.
conosco gente che viaggia, anche inutilmente, senza guardare, in modo consumistico, mete usa e getta, machissenefrega, viaggia.
mio fratello farà 5 viaggi all'anno, da solo, lui viaggia, è sicuro, dieci giorni fa era in Algarve. 
i miei genitori hanno viaggiato moltissimo, hanno visto paesaggi increbibili, conosciute culture lontanissime, e hanno portato un pochino anche me, da bambina e poi ragazza.
con loro ho visto la Grecia (ma non quella delle isole, la GRECIA), e l'Europa (anche Lituania, Estonia, Lettonia), soprattutto Francia e Germania, Praga e città dell'allora Germania Est, ho fatto anche un viaggio negli Sati Uniti, io studentessa di medicina.
ma ora guarderei in modo diverso.
io, invece, non viaggio.
fino a tre anni fa ho visitato l'Europa, questo si, viaggi in macchina, migliaia di km, ma ora non più, la vita cambia.
mi piacerebbe viaggiare?
mioddio, cosa darei.
non prevedo grossi cambiamenti della mia vita, lavoro come libera professionista e se non lavoro non guadagno, e guadagno giusto per vivere, non per viaggiare.
la questione è tristemente in questi depressivi termini.
Expo? una finestra sul mondo che mai altrimenti avrò.
ho visto crescere a dismisura, dall'ultima volta che ci sono andata, gli orti di Expo, quello verticale di Israele (che ho imparato a conoscere visitando il padiglione), ho visto le piante giganti del Brasile, e ho visto il cluster del riso, e mi sono goduta le foto di Berengo Gardin, il cluster del caffè, e immaginato la vita di quei paesi sorseggiando le foto di Salgado, ho guardato ammirata il cluster Frutta e Legumi – Il giardino delle meraviglie secondo lo sguardo fotografico della svizzera Irene Kung.
una vita per procura.












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