bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

martedì 29 ottobre 2013

hai visto quel girasole?

L'hai visto
quel girasole al sole?
Guardalo, non abbassa la testa
ma la gira
la torce all'indietro
come per spezzare con un morso
quel laccio attorno al collo


L'hai visto
quel girasole che tiene alta la testa
con sguardo indignato al sole?
Con la testa quasi lo eclissa
e anche quando il sole non c'e'
continua a brillare


Hai visto quel girasole?
Devi avvicinarti
e scopri
che la terra sotto i suoi piedi
quando ne stringi un pugno
schizza sangue


Mang Ke.
da: Nuovi poeti cinesi, di Claudia Pozzana (professore associato di Lingue e Letterature della Cina e dell’Asia Sud-Orientale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, ha pubblicato molte traduzioni di poeti cinesi contemporanei e scritto numerosi saggi sulla storia della poesia in Cina).
l'ho sentita fare una lezione magistrale alla Statale in un convegno il cui tema era Lacan e la Cina.
forse l'unica cosa buona che ho sentito in due pomeriggi di ascolto.
ho comprato i suoi libri e li sto leggendo.
questi nuovi poeti cinesi sono in conflitto, in forte riflessione,  rispetto al valore ancestrale della loro lingua e, soprattutto, della loro scrittura, unica e singolare. (vedi post su Yang Lian: http://nuovateoria.blogspot.it/search?q=yang+lian). 
un antico detto popolare cinese recita: come il girasole guarda il sole, così i cuori del popolo guardano verso il partito. il poeta chiede coraggio e, come in ogni emancipazione che si rispetti, di leggere a modo proprio, di slegarsi dalla visione comunitaria, di usare e leggere la lingua secondo una modalità individuale, singolare, unica: la nostra.
ma al di là dei legami con la lettura psicoanalitica, al di là della lettura interpretativa, penso che questa poesia, come tutte le poesie, come tutte queste poesie di autori cinesi che sto leggendo in questi giorni -e sono veramente tante-, ciò che conta è il linguaggio della poesia, la poesia in sè, lo stupore e la magia, l'incanto e l'evocazione che anche solo una parola, in quel contesto, fuori da ogni contesto, mi può dare. è lo scardinamento dalla logica e della grammatica, è dire la verità ma mai tutta, che mi fa amare questo mondo poetico.
è quel schizza sangue, finale inaspettato inaudito, mi ha inchiodato alla sedia.

6 commenti:

monteamaro ha detto...

Ciao Rossa, confesso che la lettura psicoanalitica applicata alla poesia non mi affascina, anzi...(ma forse è solo perché mi piace preservare il senso di mistero di una poesia, che l'autore inevitabilmente non può o, non sa svelare) Il poeta quando affina parole viaggia a fari spenti, a meno che esse non compongano poesia, ma racconto. Non ho letto poeti cinesi, ma il linguaggio della poesia è universale, lo si riconosce anche nei graffiti.
Eh si, quel "schizza sangue" è proprio la firma di un poeta.
Buon fine settimana.

Rossa ha detto...

grazie monteamaro, anche a te.
hai ragione mistero mistero mistero.
la mia è una pratica malsana probabilmente, quella dell'interpretazione analitica, ma ho conosciuto questi poetica in questa prospettiva, e ho delle chiavi di lettura che applico.
tu dici a fari spenti...ecco questo non lo so, non direi probabilmente, penso che poesia sia ricerca, analisi del linguaggio, o forse intendi qualcosa che non ho inteso...
Rossa

monteamaro ha detto...

Quando ci si appresta a "scrivere" è come iniziare un viaggio, a volte programmato altre no. Sapere della mèta conta poco, tom-tom, mappe e persone ai lati della strada a cui chiedere informazioni, il poeta non ne trova. La mèta iniziale poi può non essere più quella finale, a volte ci si ferma prima, altre la si sorpassa, ma questo non significa togliere fascino e bellezza al viaggio. La tappa ultima è data dal picco di emozioni cui si sa di non poter oltrepassare, e da una stanchezza fisica all'arrivo che è soprattutto gioia. E' questo che intendo per fari spenti, Naturalmente è solo il mio pensiero, probabilmente arbitrario sul viaggio di un poeta alla ricerca di chissà cosa. (ma tanto resta tra noi...) Ricerca e analisi del linguaggio si, ma solo come strumenti che possano rappresentare materialmente le emozioni. Ecco, senza emozione non può esserci poesia, fosse anche solamente per una, delle tante parole, che la compongono.
Bello parlare di poesia, ciao.

Rossa ha detto...

ma tu scrivi poesie?

monteamaro ha detto...

Ho questo difetto.

Rossa ha detto...

lo sospettavo, perchè io non ho idee così precise su come si compone una poesia...tu si!
non un gran difetto direi...