bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 11 febbraio 2013

decifra che cadenza padroneggia l'uomo

Strana paura
Glauco, attento: baratro d'onde, già pulsa
abisso. Accerchia profili d'alture nebbia irta,
spia di maltempo: afferra, da incognito, angoscia

Archiloco.
e chi lo conosceva?
me lo ha presentato la rivista Poesia che a gennaio è uscita con un fascicolone per festeggiare i suoi, giovani, 25 anni di storia.
vi sono presentati 100 poeti con storia, fotografia, o ritratto pittorico o statuario, e una pagina di produzione poetica. 2 pagine a testa, 200 pagine in tutto. non sono sempre in accordo sulle scelte e, per quei poeti che conosco, non sempre condivido le poesie selezionate, ma l'operazione è romantica e molto apprezzabile. è fuori tempo, quindi amabile.
ed è così che ho conosciuto inaspettatamente Archiloco, nativo di Paros (ci sono stata!), parecchi ma parecchi anni fa. siamo nel VII secolo a.C. rispetto ai suoi colleghi dell'epoca mi sembra appartenga a un'altra categoria. per quell'"io" che esprime, per come scrive, per la scioltezza del verso e la disinvoltura nel maneggiare la materia poetica. un altro suono, un altro tenore, un altro ritmo.
mi ha sorpreso.

La cadenza
mio io, acceso io! Risacca d'ansia è qui, t'inchioda.
Ma tu affiora. Trincerati, fa' barriera a chi t'odia,
petto teso! A contatto nemico, conficcati,
indurito. Se vinci non trionfare nel sole;
se vinto, non torturati - spaccato- nel chiuso.
Anzi! Festeggia feste. Umiliato, incrinati:
nei limiti. Decifra che cadenza padroneggia l'uomo.

4 commenti:

enzo ha detto...

Bella questa poesia finale, mi è piaciuto molto il consiglio di restare comunque a galla, senza spiccare il volo né affogare nel caso di sconfitta.
E bellissimo "Festeggia feste"!

Mi è piaciuto molto "Umiliato, incrinati: nei limiti": è affettuoso, si preoccupa della nostra salute, della nostra capacità di esagerare con lo sconforto.
Il verbo riflessivo "incrinarsi" è molto in uso fra noi vecchi giovani: "Ieri sera ero/era/eravamo incrinato..." (dal bere, dalla cannabis, dallo stravizio in genere).

Mi fai conoscere un sacco di cose, per me che ti leggo è ricchezza.

Ancora un caro e sincero saluto (già uno te ne ho mandato nel post precedente)

Paolo

Rossa ha detto...

che belle queste tue osservazioni sulla poesia. cose inedite anche per me. incrinato dall'alcool? bello! voi vecchi giovani...
grazie di tutto, anche dei complimenti esagerati.
ti mando un saluto anche io, anche dal commento del post precedente.

monteamaro ha detto...

Archiloco...pare l'Ungaretti tormentato nei versi della raccolta "Il porto sepolto." Mi piace l'introspezione che emerge senza fatica, quasi di getto a consigliarsi e consolarsi, per il bene come per il male che inevitabilmente, la vita gli proporrà. Alcuni di quei versi poi, sono veri insegnamenti per vivere nel mondo degli uomini. Perchè in quanto esseri pensanti, e quindi complicati, a noi non basta semplicemente sopravvivere: Dobbiamo farlo con un ruolo e, in funzione di qualcun'altro....
Mi ripeto volentieri: Sei una vera miniera di cultura, di quella spesso dimenticata, ma bella da conoscere.
Ciao cara Rossa.

Rossa ha detto...

anch'io ho pensato alla poesia ermetica, proprio come te. anche se non ho in mente un riferimento così preciso come il tuo.
sono molto contenta dell'attenzione che ha ricevuto questo poeta che ho scovato, e ti ringrazio per le tue parole, anche se esagerate.
ciao Monteamaro, a presto