bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 30 novembre 2012

day dream

così hanno chiamato la ridotta esposizione di Irene Kung allo Spazio Forma.

la mostra allargata di Nino Migliori: la materia dei sogni.

ora, non so, ma credo di ci sia un eccesso di significante onirico.
sogni.
non li trovo né nell'una né nell'altro.
i sogni sono una faccenda seria, ma inafferrabile. mostrarli come materia o come visioni diurne...mica semplice.
le foto della Kung poi sono tutto tranne che diurne. quindi? come se li inventano 'sti nomi?
è che onirico piace un casino, mettercelo come il prezzemolo tira parecchio, ma di congruenza non ne vedo, onestamente.
Nino Migliori presenta alcune belle foto della sua Romagna, ma direi ambientazioni del tutto luminose e concrete, bianco e nero, persone, personaggi, paesi, bar, tuffi. una bella rappresentazione della vita, della vita semplice e verace.

la mostra presenta poi dello stesso autore altri lavori che per me hanno un interesse pari a zero, manipolazioni del materiale fotografico che mi lasciano del tutto indifferente. anzi un po' infastidita.
ho provato questa sensazione troppo spesso per non prenderla sul serio. la materia fotografica deve essere autentica. l'inquinamento con tecniche secondarie di ogni tipo tolgono senso, diventano una parrucca che produce un ibrido di nessun valore artistico. né foto né pittura né invenzione. stortura della materia.

Irene Kung propone foto che hanno un impatto visivo un po' terrifico, altro che day dream, un mondo oscuro pauroso, isolato, astratto. notturno e cupo.


sono andata ieri sera alla presentazione.
ahimè.
mammamia.
cosa posso dire: gente che non mi piace.
a partire dalle signore che abitano questo lavoro delle pubbliche relazioni e degli allestimenti di happening che sono tutte in serie, un olezzo di profumo, ognuno il proprio depositato a kg, un look prevedibile oltre alla biondaggine da divisa di signora bene e addentro alle cose di mondo, il taglio e le mechese, fino ad arrivare a un pubblico, sempre un po' troppo aristocratico, che se la tira mica da ridere. "sono qui perchè so di fotografia, perchè so fotografare". tutti immersi in boccette di profumo e tagli sartoriali da centinaia di euro. oppure il tipo opposto, new hippy che ancora ama il capello maschile lungo, magari tenuto insieme da un bell'elastico per fare la coda. poi c'ero io, che non so bene a che categoria appartengo, ma qualcuno lo starà scrivendo da qualche altra parte...
anche le foto della Kung mi piacciono solo fino a un certo punto, sono false, falsate, un prodotto di laboratorio.
un piccoletto di 8 anni al massimo, vestito come un adulto trendy -queste perversioni genitoriali di fare dei bambini dei piccoli adulti alla moda è una cosa da denuncia al tribunale dei minori- un piccoletto molto sveglio e con già molta conoscenza virtuale alle spalle nonostante la sua giovanissima età, si avvicina spavaldo, senza tema e senza paura, nessuna timidezza o senso di una qualche "piccolezza" in lui, e chiede a una delle ragazze dell'agenzia: queste foto sono false, sono fatte al computer vero? non esiste veramente una luce così!
ok, sei travestito da grande , ma sei ancora puro, per fortuna. ancora guardi con gli occhi e l'onestà del tuo cuore.

2 commenti:

monteamaro ha detto...

La fotografia come la vita stessa, "è" sempre cogliere l'attimo, che quasi mai poi, significa perfezione. In alcune foto,c'è un mondo reale che pare di altri mondi, fai bene a cercarlo.
Snob, profumi, e umanità varia, sono parte delle necessarie scorie...porta pazienza.
Buon fine settimana.

Rossa ha detto...

mi sa che la pazienza la devono portare gli altri...
notte..monteamaro.