bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 23 luglio 2012

e ora buongiorno alle nostre due anime

deviantart.com, Spiegelturm 

intanto quel brano secondo Matteo, secondo cui "per questo l'uomo abbandonerà sua madre e suo madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne".
ecco, già lì non sono d'accordo. chi ancora non sa che per farla funzionare, la coppia, i due partecipanti devono separare sempre e per sempre e molto bene la carne l'uno dall'altra? essere una cosa sola è un buon modo per mandare tutto a quel paese, mentre ognuno con la propria carne e ben separato dall'altro e per questo capace di amarlo, è il solo modo per tenerlo in piedi, quel rapporto.
non mi piace quel che sento. una sta in analisi tutta una vita, e fa la psicoterapeuta, per poi finire inginocchiata a prostrarsi davanti a nostro signore affidandogli la felicità della propria vita. un'analisi per liberarsi di un padre per poi consegnarsi ad un altro. psicoanalisi e religione, fede in dio, si conciliano?
ma non è solo questo, anzi questo è il meno. è tutta la cerimonia che proprio non mi va. non mi convince, di più, mi fa un po' ridere, da sempre devo dire. non ho visto un matrimonio diverso dall'altro e forse per qualcuno la forza del rito risiede proprio in questa ripetizione, ma è anche vero, secondo me, che mettersi quella maschera  velata come centinaia di milioni prima di te, fare gli stessi passi, dire le stesse cose, mettere lo stesso vestito, ricevere lo stesso riso, fare le stesse fotografie e metterle nello stesso album, svuotano di un senso proprio quel passo di marcia stentato verso l'altare.
ho provato tenerezza per quella fede che ti fa fare quel gesto sempre uguale pensando sia unico.
non una fede in dio, la fede che nella ripetizione ci sia la certezza.
la lista di nozze, le cose che non vanno, le prove dalla sarta, la pasticceria che disdice all'ultimo, i fiori che non arrivano, l'ultima settimana di follia, il vestito bianco e qualcosa di blu. giusto? è rassicurante? è necessario? è un sigillo? un permesso? un'approvazione? una promessa di successo? o un'omologazione?cos'è?
non mi piace quel che vedo. è una finzione, come sono finte le donne che si mascherano per l'occasione. ho pregato (!) per non sembrare disautentica come tutte le femmine a quelle cerimonia, ma temo di non essermi salvata. vedi gente che incontri tutti i giorni e improvvisamente le rivedi improvvisate su tacchi vertiginosi, vestiti fasciati, colori improbabili, rossetti e unghie fluo. ma chi sei? sei tu? cosa ti è successo? ma l'eleganza è un'altra cosa...pittata e travestita spesso il risultato è ridicolo. un po' goffo e grottesco. come la sposa, anche le non spose -aspiranti spose?- si mascherano, per l'occasione. la riconosci per strada una che sta andando a un matrimonio. in tenuta da celebrazione. cosa c'è di autentico in questo? cosa c'è di mio in questo? cos'è?
c'era una donna, indiana, non so che ruolo avesse, di chi fosse amica.ho guardato i suoi occhi, i suoi capelli, non quelle cofane cotonate dal parrucchiere un'ora prima, e un vestito indiano nero venato di disegni d'oro sottili e discreti. un ricamo. un riverbero di eleganza autentica, una bellezza leggiadra, una grazia irresistibile. aveva la sua storia e la sua cultura addosso.bellisima, rara.
ha piovuto, ha grandinato, l'uscita dalla chiesa, quella solenne come l'entrata, è stata rimandata. la sosta ha falsato l'andamento, lo ha reso claudicante. tutti dentro, spioverà. la sposa è accaldata, ma si vede che è felice, ci crede, che sia il suo momento, il suo giorno. smette, tutti fuori, il film riprende da dove era stato sospeso e tutti fingono stupore all'uscita della coppia, e vai con il riso e vai con il bacio di rito. perchè ho già visto tutto questo? cosa c'è di bello in tutto questo? cosa c'è di salvifico in tutto questo? cos'è?

la guardo, la sposa, il vestito è lungo. bianco.
ma l'orlo si solleva, è bagnato, nero, sporco.
quanto dura l'incanto? e il candore?

alla festa non c'ero, forse lì, dove si esprime di ognuno il talento, tutto il vero si è mostrato, tutto il senso si è dato, tutto l'amore si è consegnato.
siate felici, davvero, e datevi sempre il buongiorno ogni mattina, and good luck.
come "il buongiorno" di Jhon Donne, che ho augurato agli sposi e che fa sembrare credibile ciò che forse non lo è.
ma questa è un'altra storia, questa è la poesia.
...
E ora buongiorno alle nostre due anime 
che si svegliano e si guardano 
l'un l'altra, non per paura, 
perché amore, amore d'altre viste esclude 
e fa di una stanzetta un ogni dove. 
Lasciamo ai naviganti i nuovi mondi. 
Lasciamo ad altri anche le carte 
- mondi su mondi hanno mostrato.
Teniamo un mondo solo noi che abbiamo 
il nostro proprio mondo, e un mondo siamo. 


 Il mio volto nei tuoi occhi. Il tuo nei miei. 
Cuori sinceri e aperti sui nostri volti. 
Dove possiamo trovare due emisferi più perfetti, 
senza tagliente nord, senza caduco occaso? 
Ciò che muore non fu commisto in parti uguali; 
se il tuo, il mio amore è uno, 
o tu e io in amore siamo così uguali, 
nessuno può morire, nessuno può mancare.

2 commenti:

monteamaro ha detto...

Fare lo/la psicoterapeuta, non significa (purtroppo) possedere un animo invulnerabile. E fa bene invece credimi, potersi staccare ogni tanto da tutto ciò che è spiegabile, e affidarsi, ad una idea rappresentata da un Dio onnipotente: E' rassicurante e ci scarica da responsabilità.
Di vero probabilmente nelle cerimonie nuziali, c'è la storia che conduce all'altare, il resto è quello che dici: Rappresentazione in carta carbone.
Bella la poesia, ciao.

Rossa ha detto...

si hai ragione, la storia di ognuno, di quel qualcuno che arriva a quell'altare, è il vero di cui c'è bisogno per dare un senso, ma al matrimonio, non alla cerimonia, secondo me.
certo che gli psicoteraputi, sono vulnerabili!! ed è bene che se ne ricordino sempre. anche che quella che si va cercando non è una spiegazione, è una domanda...