bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

venerdì 27 novembre 2020

il locomotore della nuova Russia in corsa verso l’avvenire

Ho già raccontato della meraviglia dei treni russi, delle piccole stazioni color fragola o pistacchio in cui si fermano in mezzo alle foreste, dei loro samovar fumanti, dell'originale geometria delle cuccette e dell'infinito, ordinato picnic che vi si consuma a bordo nelle lunghe percorrenze, sotto gli occhi di una materna hostess che tutto fa e tutto dispone. 
Quello che non ho ancora detto è la magnificenza dei loro biglietti decorati come banconote, solennemente titolati "documenti di viaggio, chiusi in custodie multicolori, perfetti souvenir col vostro nome in cirillico, gli orari di partenza e di arrivo, il numero del vostro passaporto e un'infinità di dati che ne fanno un documento irripetibile della vostra vita. Solo la stampigliatura del visto sul vostro passaporto reggerà al confronto. 
Sono di una tale bellezza barocca che li ho raccolti in una custodia e riposti nel comparto “cancelleria” dello zaino. Quello comprato per il periplo da Petrozavodsk a Perterburg-Ladozkaja, lungo la fascia frontaliera con la Finlandia, è di un tenue rosa ciclamino, con in alto una pomposa scritta Quietanza in cirillico marrone perfettamente in tinta, e in basso a destra la firma del bigliettaio, ricca di svolazzi ottocenteschi. La tratta da Olenegorsk a Kem, l’imbarcadero delle Isole Soloveckij, è rappresentata da un cartoncino di tinta prugna con decorazioni rosso fuoco, e a sinistra un’icona giallo oro, simile a una moneta, dov’è stampigliato il locomotore della nuova Russia in corsa verso l’avvenire. La guaina dei biglietti emessi dalla stazione centrale di Kalinigrad contiene una mappa della Russia con al centro un sole irradiante , e trascolora da un lato sull'altro su tutte le tonalità dell'arcobaleno. E' come se tutta la fierezza nazionale si concentrasse su questi pezzi di carta.
Ma i biglietti sono nulla rispetto alle biglietterie dell'ex Impero sovietico. In Russia il bigliettaio -più spesso la bigliettaia- è un pubblico ufficiale di rango, al quale bisogna rivolgersi con rispetto. L'atteggiamento deferente del popolo di fronte agli sportelli è una delle cose più interessanti che capita di vedere da queste parti. Già a Murmansk, Olenegorsk e Pietroburgo le code mi avevano svelato una diversa -molto più lenta- dimensione del tempo, con orari di apertura sfasati e disseminati di micro-intervalli per le pause sindacali (una ogni 45 minuti). Ma è stato solo a Kaliningrad che ho capito il loro complicato funzionamento.
..
Nessuno tenta di fare il furbo. Non so dire cosa generi questa solidarietà. Forse una "compassione" che nasce da una grande dolore condiviso, quello di un popolo che ha attraversato un secolo di orrori venendone segnato nell'anima. Fatto sta che anche la bigliettaia, di fronte allo straniero balbettante, cioè me, si intenerisce e si prodiga in raccomandazioni: "La partenza è alle 18.30, ma quella è l'ora di Mosca, dunque dovete essere qui alle 17.30". E poi ancora, con un'occhiata materna: "mi raccomando i passaporti, il treno è al binario 6."

Paolo Rumiz
Trans Europa Express

2 commenti:

Unknown ha detto...

niente male il sig. Rumiz

Rossa ha detto...

Si, è il primo libro che leggo. Te lo consiglio. Buona giornata
Rossa