bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 23 novembre 2017

un bell'Enrico IV

pare che io sia l'unica a pensarla così, oggi Magda Poli scrive sul corriere inneggiando al miracolo e consegnando un bell'8, la Repubblica dice: geniale.
a me ha fatto schifo, vedi un po'...

Buonasera, 
fermo restando che siete un bel teatro di Milano, vi seguo da decenni, dai tempi del Pier Lombardo, con interesse e riconoscenza per il lavoro che svolgete, lo settacolo di stasera "Enrico IV" è stata una vergognosa oscenità che non si può perdonare. 
Immagino che ci sia un affettuoso legame che vi lega a Carlo Cecchi, che è stato un magnifico attore, ma quando i giochi sono finiti, si chiudono. 
Mi domando come sia possibile che consentiate di mandare in sena un testo così volgarmente violentato e massacrato, Il testo è stravolto da incursioni personalistiche di pessimo gusto, un gioco di ubriacatura di Carlo Cecchi (e questa sera era certamente alterato o in cattive condizioni di salute) che perde il senso del gioco delle parti e si trasforma in uno sproloquio, improvvisato e straparlato, di un attore che non sa più quello che fa. Certamente non sa cosa dice, inventa frasi, le balbetta, certamente mette in grave imbarazzo gli attori che lavorano con lui che, questa sera, suggerivano o inventavano al momento o drammaticamente stavano zitti per lunghe pause, spiazzati dalle invenzioni fuori testo dell'attore. L'uso delle parolacce poi è una immondizia, il testo inizia subito con un "non me ne frega un cazzo" e finisce con una "troia baldracca", non c'è peggiore asservimento allo sbandamento di godimento fuori senso dei nostri tempi che accondiscendere, a teatro poi non ne parliamo, a un eloquio volgare e osceno. Penso che Pirandello meriti rispetto, non un blateramento scoordinato e infarcito di volgarità. 
Era pieno di giovani, che ridono sguaiati alle cose oscene ma non sono scemi, anzi, per loro è stato un pessimo esempio di teatro, speriamo che si rifacciano con testi esemplari e attori che rendono giustizia alla serietà del loro lavoro.

mi hanno risposto che, "non si offenda", non so leggere il testo, che bisogna essere specialisti (ma poi lo scrivente ha fatto un lapsus degno di un manuale di psicoanalisi), che, appunto, non ho le credenziali.
leggendo in giro l'entusiasmo potrebbe anche venirmi il dubbio (ma quante sono le cose che io non condivido con il mondo??) ma credo di poter distinguere tra una messa in scena di qualità e una farsa senza spessore, tra la maestria dell'uso raffinato dell'ironia e un balbettamento ubriaco e volgare sull'happy hour (happy hour, citazione testuale inserita nell'Enrico IV di Pirandello, mica cotiche). 

1 commento:

corte sconta ha detto...

stroncatura articolata direi..rispetto dici,d'accordissimo,davanti a certi autori ci vorrebbe più cautela e sensibilità.
Buona giornata Rouge