bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

giovedì 4 maggio 2017

mea culpa

lui paga tutti.
paga e mercifica i corpi.
mi tieni su un palo di cemento che ricorda la croce di Cristo?
ti pago.

ti faccio un tatuaggio lungo a schiena, a te e alle tue amiche e amici tossidipendenti?
ti pago.
ti compro.

acquisto acqua del mar morto ormai quasi morto e prosciugato?
la pago.
la ottengo.
mi presti i tuoi denti marci in modo da mostrare la decadenza orrifica del corpo?
te li pago.

così fa 'sto genio di Santiago Serra.
Mea Culpa, al PAC di Milano, è una mostra molto interessante.
l'opera di questo artista ha molto da dire.
io sono uscita molto pensierosa.
e ho girato tra le sue installazioni molto intrigata.
in una sala, in alto, sulle scale, lontana dagli sguardi immediati, decine di casse aperte contengono merda d'uomo, essicata e ormai trasformata, trattata, agglutinata, inodore, inerte.
ma merda umana è.
l'impatto è fortissimo, il disgusto violento, il pensiero di chi l'ha raccolta (si tratta di Manual Scavengers, la casta indiana di coloro che puliscono le latrine) è sconcertante.

l'impulso è stato di girare i tacchi e andarmene, ma mi sono detta che era il caso di stare.
mi girava la testa e ho provato un'umiliazione scorticante.
una devastazione interna.
mi sono sentita una merda come la merda che guardavo.
certo, poi passa.
mi dimentico della merda e cerco di nuovo la bellezza.
cosa ci posso fare?
mea culpa.
almeno ne scrivo e me ne ricordo, ora.
e lo scrivo a chi legge.
bisogna andare e camminare tra la merda, un'idea, suppure transitoria e di lusso tutto sommato, della merda del mondo.









gli aspetti sono molteplici, gli sguardi diversificati. 
quello dominante o che più mi ha coinvolto è quello sulla compravendita dei corpi, sulla mercificazione, sulla decomposione, sulla violazione che ha un costo, sempre trattabile.
uomini su una riva si fanno seppellire sotto la sabbia.
scompaiono.
veterani di guerra sono faccia al muro.
punizione o vergogna?
la scritta Kapitalism viene sottoposta a lenta distruzione.
maiali  divorano la S, le leggi della gobalizzazione sono spietate.
SUMISION, sottomissione, campeggia enorme nella zona desertica di Anapra, a confine tra USA e Messico.
lo sappiamo, i muri segregano.

miserie umane.
nessuna retorica, nessun rimpianto, nessuna rivendicazione.
solo molta miseria umana.


Il PAC Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano presenta MEA CULPA, la prima grande antologica in Italia dedicata all'artista concettuale Santiago Sierra. Nato nel 1966 a Madrid, da quasi trent'anni il suo lavoro si muove sul terreno impervio della critica alle condizioni sociopolitiche della contemporaneità. Messaggero della cupa verità del nostro tempo, Sierra è spesso stigmatizzato per le sue performance intense ed ambigue. Eppure il loro linguaggio visivo, il simbolismo complesso ed energico, il loro essere calate nella realtà delle persone conferisce loro un raro impatto emozionale. Sierra ha esposto in prestigiosi musei ed istituzioni nel mondo e nel 2003 ha rappresentato la Spagna alla 50a Biennale di Venezia. La mostra al PAC riunisce per la prima volta le opere politiche più iconiche e rappresentative dell'artista, dagli anni Novanta a oggi, e la documentazione di sue numerose performance realizzate in tutto il mondo, insieme a nuove produzioni e riattivazioni di installazioni e azioni passate.

Nessun commento: