bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

lunedì 26 novembre 2012

Spazzavo via l'aria e l'erba dell'infanzia

Amo le mappe perché dicono bugie.
Perché sbarrano il passo a verità aggressive.
Perchè con indulgenza e buonumore
sul tavolo mi dispiegano un mondo
che non è di questo mondo.
è ancora lei, postuma, ma presentissima.
come mi piace Wislawa Szymborska.
è così spiritosa. in senso letterale, è ricolma di spirito.
ho colto al volo in Feltrinelli la sua raccolta postuma, sono 13 poesie inedite, "Basta così", potrei pubblicarle tutte.
invece mi tocca scegliere, ma è un delitto. e non lo compio fino in fondo...
osserva il mondo lieve e leggera, stupisce sempre nel finale su una questione che potrebbe sembrare da meno, ma, al contrario, è di più.
senza solennità o retorica, eventi piccoli e insignificanti aprono le porte sull'essenziale, sull'eterno.
senza infierire con la morale, è etica in ogni parola.
senza mai puntare il dito, prende posizione senza difetto, senza paura, senza titubanze.
nei suoi dubbi, nei suoi se e ma, nei suoi scusate, nei suoi potrei sbagliarmi, è portatrice di verità, infallibile.
ha un dono così potente espresso così sottovoce che non sembra possibile esista una formula espressiva come la sua.
eppure.
c'è.

C'è chi
C'è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E' tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.

E' lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nei tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,
non un attimo in più, perchè dietro quell'attimo sta in agguato il dubbio.

E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.

A volte un po' lo invidio
-per fortuna mi passa.

A ognuno un giorno
A ognuno un giorno muore un proprio caro, 
tra l'essere e il non essere 
è costretto a scegliere il secondo. 

 E' duro riconoscere che è un fatto banale, 
incluso nel corso degli eventi, 
conforme a procedura, 

 prima o poi inserito nell'ordine del giorno, 
della sera, della notte, di un pallido mattino; 

 scontato come una voce dell'indice, 
come un paragrafo del codice, 
come una data qualsiasi 
del calendario. 

 Ma è il diritto e il rovescio della natura. 
Il suo omen e amen distribuiti a caso. 
La sua casistica e la sua onnipotenza. 

Solo ogni tanto ci mostra un po' di cortesia - 
i nostri cari morti 
ce li butta nei sogni.

Lo specchio
Si, mi ricordo quella parete
nella nostra città rasa al suolo.
Si ergeva fin quasi al sesto piano..
Al quarto c'era uno specchio,
uno specchio assurdo
perchè intatto, saldamente fissato.

Non rifletteva più nessuna faccia,
nessuna mano a ravviare chiome,
nessuna porta dirimpetto,
nulla cui possa darsi il nome
"luogo".

Era come durante le vacanze-
vi si rispecchiava il cielo vivo,
nubi in corsa nell'aria impetuosa,
polvere di macerie lavata dalla pioggia
lucente, e uccelli in volo, le stelle, il sole all'alba.

E così, come ogni oggetto fatto bene,
funzionava in modo inappuntabile,
con professionale assenza di stupore.

Nel sonno
Ho sognato che cercavo una cosa,
nascosta chissà dove oppure persa
sotto il letto o le scale,
all'indirizzo vecchio.

Rovistavo in armadi, scatole e cassetti,
inutilmente pieni di cose senza senso.

Tiravo fuori dalle mie valigie
gli anni e i viaggi compiuti..

Scuotevo fuori dalle tasche
lettere secche e foglie scritte non a me.

Correvo trafelata
per ansie e stanze
mie e non mie.

Mi impantanavo in gallerie
di neve e nell'oblio.

Mi ingarbugliavo in cespugli di spine
e congetture.

Spazzavo via l'aria
e l'erba dell'infanzia.

Cercavo di fare in tempo
prima del crepuscolo del secolo trasciorso,
dell'ora fatale e del silenzio.

Alla fine ho smesso di sapere
cosa stessi cercando così a lungo.

Al risveglio
ho guardato l'orologio.
In sogno era durato due minuti e mezzo.


Ecco a che trucchi è costretto il tempo
dacchè si imbatte
nelle teste addormentate.


Reciprocità
...
E almeno una volta ogni tanto
ci sia l'odio dell'odio.
Perché alla fin fine
c'è l'ignoranza dell'ignoranza
e mani reclutate per lavarsene le mani.


c'è chi si conquista l'eternità, così, con una virgola e un a capo.


5 commenti:

enzo ha detto...

Che tipa!
"per fortuna poi mi passa" ahahahah!!!

Belle proprio nella loro leggerezza, una simpatia immediata, trasferibile, sorrisibile.

Ciao!!

Rossa ha detto...

si lei è uno spasso su cose importantissime.

enzo ha detto...

Ah, dimenticavo: spippolare, nella vulgata pisana, è inteso come "andare per il web in giro, su social network e bloggers"
buona serata!

Rossa ha detto...

non è possibile che spippolare significhi tutte queste cose insieme! comunque ora ho capito grazie.

corte sconta ha detto...

non la conoscevo,davvero notevole.grazie.