venerdì 25 settembre 2020
Les nuits barbares ou les premiers matins du monde
giovedì 24 settembre 2020
they shall not grow old
crea un senza tempo, un tempo senza.
quando ho visto documentari in bianco e nero li ho sentiti lontani da me, in un'epoca indefinibile, non la mia comunque.
così per le foto.
il bianco e nero inventa l'atemporalità.
l'operazione opposta, come quella di Peter Jackson in They shall not grow old, svolge l'operazione contraria. filmati storici della prima guerra mondiale in bianco e nero vengono restaurati e traformati in filmati a colori, in 3D, e anche sonorizzati.
venerdì 18 settembre 2020
jam the future
giovedì 17 settembre 2020
concerto per l'Italia
non voglio sminuire lo sforzo compiuto dall'organizzazione di MiTo, che, anche quest'anno, è riuscito a organizzare il festival e, devo dire, con uno scrupolosissimo riguardo per le misure di sicurezza.
al teatro Dal Verme le maschere sono molto attente, fin troppo, all'uso delle mascherine e al rispetto delle regole nel corso dei concerti, a volte con esiti grotteschi e con qualche disturbo della fruizione dello spettacolo.
di fatto non si sentono orchestre ma piccoli gruppi musicali: quello di martedì, Venice Baroque Consort, è stato davvero ragguardevole in un concerto dedicato a Vivaldi, un Vivaldi compositore lirico sorprendente.
detto questo, le orchestre mi mancano.
sarà per questo che il concerto con la Filarmonica della Scala diretta da Chailly, domenica in piazza Duomo, è stato per me un momento esaltante. mi mancava un'orchestra, e questa orchestra, mi mancava un direttore, e questo direttore, mi mancava la grande musica, ed era questa musica:
Ouverture dal Don Pasquale di Donizetti;Violino solista Maxim Vengerov per il Concerto in mi minore di Mendelssohn;
Ouverture da Norma di Bellini;
L’intermezzo dal III atto della Manon Lescaut di Puccini;
L’ouverture dalla Forza del destino di Verdi.
ti guardo dall'alto, città
nell'ambito di questa rassegna di Milano artweek, un po' striminzita, si può citare la mostra, piccola e breve, al Museo della Scienza e della tecnica di Milano, di Elena Galimberti.
"Milano città aperta", l'hanno chiamata così. io penso a Rossellini ma sono fuori strada.
nelle sue fotografie, per lo più scattate dall'alto, c'è un riguardo all'architettura, alla saturazione dei colori, agli spazi ampi, alle vedute aeree. direi che, in alcune foto, l'effetto di saturazione è eccessivo e toglie naturalezza alle fotografie, consegna subito la percezione di artefatto. un peccato, in quei casi, ma l'effetto scenico è spesso piacevole.
lunedì 14 settembre 2020
Ganga Ma
la chiamano Milano artweek, settimana dedicata all'arte moderna. ma Milano, al momento, non ha molto da offrire.
guardare le opere on line di Miart non ha veramente nessun senso. sfoglio un po' poi mi dico: ma perchè? mi sta forse piacendo?
rispetto alle proposte in città mi sono mossa per sondare alcune proposte, ma forse il meglio non era lì.
sarà stato là?
giovedì 10 settembre 2020
domenica 6 settembre 2020
Requiem di Verdi
è stato travolgente.
sono riuscita a prenotare i biglietti on line, che odissea, e venerdì sera ero in duomo, che ha fatto la sua porca figura, per ascoltare la messa da Reqiuem di Verdi, diretto da Riccardo Chailly, orchestra e coro del Teatro alla Scala, in onore delle vittime del Covid-19.
c'era Mattarella, e c'era Sala, anche Franceschini e Marta Cartabia.
ho visto passare la Fracci e ho notato Bolle.
e poi c'ero io, e davanti a me ero prenotati posti con una dicitura "Quirinale", scritta a mano con una grafia antica. si anche io c'ero e ne sono orgogliosa.
è stato bello e scuotente. il coro era distribuito nelle ale laterali, di fianco all'orchestra, credo con grande sforzo per garantire il distanziamento e la riuscita del suono allo stesso tempo. le signore del coro erano vestite di un'eleganza senza pari, le ho poi viste sfrecciare via, al termine del concerto, credo per andare alla Scala, a cambiarsi. l'acustica nella grande nostra chiesa è particolare, l'orchestra si sente a malapena se il coro esulta, ma la pienezza del suono, pervasivo e persistente, ha un effetto di grande coinvolgimento.
sono entrata in chiesa con la luce della sera, il sole al tramonto che penetrava dalle porte del duomo, tutte aperte spalancate per l'occasione.
non so se sono vicina a una conversione mistica, è certo però che qualcosa mi ha toccato, la bellezza del canto, la potenza esplosiva del Dies Irae, la dolcezza del duetto soprano e mezzosoprano Recordare, Jesu Pie, la commozione finale del Libera me. ho visto Chailly veramente provato al termine dell'opera, d'altronde era davvero impossibile non sentire la compassione, la celebrazione della morte nel suo mistero.