bianco e nero

come una foto. in bianco e nero. nessuna concessione al colore, alla spettacolarita', ai nuovi barbari. bianco e nero colori vividi dell'essenziale, solo l'autenticita' della forma. della sostanza. l'occhio vede e non si inganna.
"questo e' il mio segreto.
veramente semplice.
si vede bene solo con il cuore.
L'essenziale e' invisibile agli occhi."
Il piccolo principe. A.d.S-E.

domenica 6 settembre 2020

Requiem di Verdi

 è stato travolgente.

sono riuscita a prenotare i biglietti on line, che odissea, e venerdì sera ero in duomo, che ha fatto la sua porca figura, per ascoltare la messa da Reqiuem di Verdi, diretto da Riccardo Chailly, orchestra e coro del Teatro alla Scala, in onore delle vittime del Covid-19.

c'era Mattarella, e c'era Sala, anche Franceschini e Marta Cartabia. 

ho visto passare la Fracci e ho notato Bolle.

e poi c'ero io, e davanti a me ero prenotati posti con una dicitura "Quirinale", scritta a mano con una grafia antica. si anche io c'ero e ne sono orgogliosa.

è stato bello e scuotente. il coro era distribuito nelle ale laterali, di fianco all'orchestra, credo con grande sforzo per garantire il distanziamento e la riuscita del suono allo stesso tempo. le signore del coro erano vestite di un'eleganza senza pari, le ho poi viste sfrecciare via, al termine del concerto, credo per andare alla Scala, a cambiarsi. l'acustica nella grande nostra chiesa è particolare, l'orchestra si sente a malapena se il coro esulta, ma la pienezza del suono, pervasivo e persistente, ha un effetto di grande coinvolgimento.

sono entrata in chiesa con la luce della sera, il sole al tramonto che penetrava dalle porte del duomo, tutte aperte spalancate per l'occasione.

non so se sono vicina a una conversione mistica, è certo però che qualcosa mi ha toccato, la bellezza del canto, la potenza esplosiva del Dies Irae, la dolcezza del duetto soprano e mezzosoprano Recordare, Jesu Pie, la commozione finale del Libera me. ho visto Chailly veramente provato al termine dell'opera, d'altronde era davvero impossibile non sentire la compassione, la celebrazione della morte nel suo mistero. 






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