dice Rilke, ne I quaderni di Malte:
Perché i versi non sono, come si crede, sentimenti – sono esperienze. Per un solo verso bisogna vedere molte città, uomini e cose, bisogna conoscere gli animali, sentire come volano gli uccelli, e sapere i movimenti con cui i piccoli fiori s’aprono al mattino… Bisogna avere ricordi di molti notti d’amore, nessuna uguale all’altra… E non basta neppure avere ricordi. Perché neppure i ricordi sono ancora esperienze. Solo quando essi diventano in noi sangue, sguardo, gesto, anonimi e indistinguibili da noi, soltanto allora può succedere che la prima parola di un verso, in un’ora rarissima, s’alzi ed esca dal loro centro.
uno spettacolo lieve.
breve.
avrei voluto davvero che durasse di più.
mi piacevano i due angeli.
si muovevano leggeri, soavi.
mi hanno fatto credere a una preghiera.
li ho guardati.
li ho ascoltati.
Chi, se io gridassi, mi udirebbe dalle coorti
Degli angeli? E se uno mi stringesse d’improvviso
al cuore, resterei vinto per la sua
forte presenza.
Perché niente è il bello
se non il principio del tremendo, che noi ancora sopportiamo
e ammiriamo tanto, perché non disdegna
di distruggerci. Ogni angelo è terribile.
E così resto in silenzio e raccolgo poi il richiamose non il principio del tremendo, che noi ancora sopportiamo
e ammiriamo tanto, perché non disdegna
di distruggerci. Ogni angelo è terribile.
di oscuri singulti. Ah, chi allora possiamo chiamare?
Gli angeli no, gli uomini no,
e i sapienti animali lo notano già
che noi non siamo adatti in questa casa
nel mondo interpretato.
Rilke, era anche MiTo 2014, al palazzo di Brera, in una bella sera di fine estate. (http://nuovateoria.blogspot.it/2014/09/gli-angeli-sopra-duino.html) quindi torno sui miei passi, ripeto le esperienze, certa di non coglierle mai fino in fondo.
giro intorno a qualcosa che non afferro, nemmeno potrei, tanto meno dovrei, ancora meno lo vorrei.
la cosa in sè è inconoscibile, posso solo girarci intorno affetta da eterna mancanza, forse, per fortuna
è
così.
Rilke mi parla, mi dice che gli angeli no, gli uomini no.
ma
dove sono finiti i giorni di Tobia,
quando il più luminoso era fermo sulla facile porta
nei suoi abiti da viaggio, ormai perduta la sua terribilità.
se adesso ascendesse l'arcangelo, il più pericoloso, arrivando verso di noi muovendo i suoi passi da dietro le stelle: improvvisamente un'onda conoscerebbe il nostro cuore,
uccidendolo.
Ma voi chi siete?
prime realtà felici, preferiti dalla reazione,
cime di montagne, profili pronti per l'aurora
di tutto l'universo, polline di ogni fiore divino, cerchi di luce, passaggi, scale, troni,
sostanza degli spazi, scudi di piacere, rivolta di senso di un turbine incantatore e poi subito, voi soli,
specchi: dei vostri volti dove rinasce la grazia di una diversa bellezza.
2 commenti:
mamma mia che potenza!!!!!!!!!!!!!!!
grazie
un abbraccio Rouge
hai ragione, hai detto bene.
che potenza.
grazie
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