(significa aria, etere, ma la prima vocale è aperta, come una e: "l'eria"; dialetto romagnolo)
Evoca questa parola Manuel (Miglianico, Chieti, 1967), critico e studioso di poesia dialettale, autore di raccolte come Winterreise- La traversata occidentale e L'Orlo.
«La parola è entrata autorevolmente nella storia della poesia italiana con Tonino Guerra (1920-2012) Fu la prima parola con cui il poeta, reduce dal campo di concentramento di Troisdorf, riusciva a esprimere la gioia di essere in vita. L'ària è la felicità creativa, lo stupore creaturale ed esistenziale. Implica l'aver introiettato un percorso di leggerezza (fisica e intellettuale) che porta in sè tutto l'entusiasmo della scoperta della vita: E' una felicità gratuita, senza un oggetto specifico: "L'ària l'è cla roba lizira/ cla sta datònda la tu testa" ("l'aria è quella cosa leggera/ che gira intorno alla tua testa")».
Come si dice felicità in dialetto- La lettura 5 febbraio 2017
Nessun commento:
Posta un commento