e basta con queste bufale.
perchè mi vendono una noia mortale e pure banale come un film da oscar?
di nuovo?
ci hanno già provato con trombette e volant e ho detto no grazie.
insistono?
moonlight è una grandissima fregatura.
ci sono andata innocente come un agnello.
nemmeno sapevo bene.
vado vedo vinco.
così credevo
5 minuti mi sono bastati.
ho cominciato a sentire un'inquietudine.
qualcosa da subito ha girato nella direzione di un fortissimo istinto di bidone.
quella macchina da presa fissa con il fuoco sfuoco a seconda dei giri dell'attore l'avevo già vista, ma magistrale, ne Il figlio di Saul.
stiamo scherzando vero?
qui la usa, sto regista de noartri, i primi minuti e poi più.
se n'è dimenticato?
ma roba da matti.
alla fine di ben due ore di proiezione contavo i minuti che mi portassero alla fine di questo traghettamento nel mare magno delle banalità più agghiaccianti. alla terza trasformazione che vede un ragazzino gay minuto secco e mutacico trasformarsi in un culturista agghindatissimo di massa muscolare agguerrito mascherato e denti d'acciaio spacciare droga come nella peggiore letteratura da bassi fondi dell'analfabetismo culturale mi è venuto un capogiro.
nessuna idea migliore sul riscatto del gay gamba secca e sguardo basso fisso sull'asfalto se non una rivalsa sociopatica che prevede il suo esatto rovesciamento?
ma caspita che fenomenale fantasia.
che trovata narrativa.
che spettacolarità creativa.
ogni sequenza era scontata, ogni parola, ogni noiosissima presa in carico visiva era uno sbadiglio di già visto, di lo so, di ma guarda che muscoli chi se lo aspettava, ma guarda lo ama ancora, ma guarda è vergine, ma guarda doveva proprio ma proprio andare così, ma guarda lo abbandona, ma guarda lo mena, giura che lo tradisce, ma guarda capitano propio tutte a lui povero figlio.
tutti gli stereotipi sui neri gay le madri alcolizzate e drogate, i rehab e i perdoni, sono stata una madre assassina, ma no dai non dire così, tutto sul piatto oleoso nauseabondo di una narrazione tutta buchi e sconcerti, senza un personaggio che mantenga un'unità concettuale dall'inizio alla fine.
a ancora, sovrana, la noia.
e basta, la merda americana non la voglio più spacciata qui come una merda da oscar.
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