per concludere il ciclo artistico collocato nella concezione barocca, ieri sera mi sono regalata l'ascolto de Le quattro stagioni di Vivaldi.
orchestra giovanile del Conservatorio, e questo è già parte della gioia, ascoltare giovani interpreti e guardare suonare giovani riccioluti al violoncello e giovani solisti al violino è già motivo di forte commozione per me, orchestra giovanile che riaccende la speranza della vita che continua, suona, mirabilmente, questo monumento della musica italiana.
chissà, forse la filarmonica della Scala, che ho ascoltato a fine giugno nei chiostri di Milano e che ha suonato, tra gli altri, il concerto in tre movimenti dell'Estate ne il chiostro di Via Cappuccio, chissà, forse, ha anche suonato meglio, ma ieri sera è stata comunque un'interpretazione mirabile.
l'ultima solista de L'Inverno, in particolare, mi è sembrata molto dotata.
questo il sonetto da cui origina la musica ( vale per tutti e 4 i concerti, tutti hanno un sonetto allegato):
Concerto n.4 in fa minore “L’inverno”
Allegro non molto
Aggiacciato tremar trà nevi algenti
Al Severo Spirar d' orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento
E pel Soverchio gel batter i denti
Largo
Passar al foco i di quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento
Caminar Sopra il giaccio, e à passo lento
Per timor di cader gersene intenti
Allegro
Gir forte Sdruzziolar, cader à terra
Di nuove ir Sopra 'l giaccio e correr forte
Sin ch' il giaccio si rompe, e si disserra
Sentir uscir dalle ferrate porte
Sirocco Borea, e tutti i Venti in guerra
Quest' é 'l verno, mà tal, che gioia apporte.
Allegro non molto
Aggiacciato tremar trà nevi algenti
Al Severo Spirar d' orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento
E pel Soverchio gel batter i denti
Largo
Passar al foco i di quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento
Caminar Sopra il giaccio, e à passo lento
Per timor di cader gersene intenti
Allegro
Gir forte Sdruzziolar, cader à terra
Di nuove ir Sopra 'l giaccio e correr forte
Sin ch' il giaccio si rompe, e si disserra
Sentir uscir dalle ferrate porte
Sirocco Borea, e tutti i Venti in guerra
Quest' é 'l verno, mà tal, che gioia apporte.
i giovani talenti avevano in dotazione, per l'evento speciale, gli strumenti antichi di proprietà del conservatorio, violini del 700 e viole e violoncelli d'epoca.
la natura fatta musica, nel solco della tradizione barocca, viene messa in scena, teatralizzata e venerata: uccelli, ruscelli, cani, venti, tempesta, pioggia, tuoni, fulmini, ghiaccio, caldo afoso e fuoco che riscalda, mi sono passati davanti agli occhi, li ho sentiti nelle orecchie, li ho visualizzati nel cervello.
piano e fortissimo, stupore e meraviglia, virtuosismo esecutivo.
violini.
ci siamo, è il barocco musicale, è il barocco.
è stato bello, molto bello.
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