la mostra all'Osservatorio Prada è nuda e cruda.
mostre le foto e non manifesta alcun tipo di opinione.
certo nessun giudizio nè pregiudizio, ma nemmeno nessuna riflessione.
surrogati in silicone sostituiscono mogli o figli, a seconda delle esigenze. nel primo caso il silicone è pronto anche all'uso sessuale ("intimità tra carne e silicone"). i bambini, reborn, vengono confezionati su precise richieste delle "madri", a volte è evidente che vengano ricreate somiglianze fisiche.
l'unica osservazione che ho letto accenna alla responsabilità verso questi figli di plastica, ponendo una domanda: cosa accade poi di questi oggetti? se dismessi vengono buttati? abbiamo responsabilità verso questi surrogati? ovvero (io credo) cosa ne facciamo di quella responsabilizzaione fittizia che è stata messa in campo verso questi "reborn"?
leggo: "il mondo in cui viviamo è dominato dai nuovi canoni di bellezza e dall'esigenza di eterna giovinezza. se a questi aggiungiamo gli avanzamenti in campo medico e tecnologico, unito alle tecniche sempre più sofisticate verso la creazione di donne sintetiche, i confini tra carne e silicone diventano sempre più labili".
francamente mi sembra un po' poco, qui la questione va oltre il godere di carne fresca e di mantene sé stessi sempre come fossimo carne fresca in una eternizzazione del momento, qui la questione mi sembra molto oltre. a me sembra che siamo nella teatralizzazione della psicosi, nella sua messa in scena. è etico?
forse sembra solo a me.
Fondazione Prada presenta la mostra “Surrogati. Un amore ideale”, a cura di Melissa Harris, dal 21 febbraio al 22 luglio 2019 all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.
Nessun commento:
Posta un commento