SOPSI 2015
la psichiatria è alla deriva.
4 giorni di resilienza, vedi resilienza ovvero capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
bisogna pur inventarsi qualcosa in tempi di crisi, tempi di traumi, siamo relilienti, dovremmo esserlo, su dai cosa ci vuole.
vulnerability, coping, liability.
diathesis stress
differential susceptibility
vantage sensitivity
invenzioni.
diathesis stress
differential susceptibility
vantage sensitivity
invenzioni.
per dire, giovedì pomeriggio, in chiusura del congresso:
RESILIENZA NELLA SALUTE MENTALE
Moderatore:
A. Rossi (L’Aquila)
Individual Differences in Environmental Sensitivity: Diathesis-Stress, Differential
Susceptibility and Vantage Sensitivity
M.
Pluess (London - UK)
Modelli di resilienza in psicopatologia
A.
Rossi (L’Aquila)
Il ruolo della resilienza nella prevenzione del suicidio
M. Pompili (Roma)
così, per farsi un'idea delle idee, del linguaggio, della simpatica novità.
così, per farsi un'idea delle idee, del linguaggio, della simpatica novità.
ho sentito, in generale, cose noiosissime, di più, cose improbabili, invenzioni, banalità.
la psichiatria sa essere così banale, così scontata, senza pensiero.
oppure parla Maggini di psicopatologia e non capisco niente, un linguaggio complicato e involuto, pieno di chiaroscuri, di citazioni, di sapere psichiatrico ottocentensco. dice che ci ha pensato al mare quest'estate, sotto l'ombrellone, a quel che mi sta incomprensibilmente dicendo ora, febbraio 26 2015. sono io il problema o è lui? certamente lui che dice questa cosa alla platea, che lancia questa bomba al narcisismo, certamente lui.
la psichiatria sa essere così banale, così scontata, senza pensiero.
oppure parla Maggini di psicopatologia e non capisco niente, un linguaggio complicato e involuto, pieno di chiaroscuri, di citazioni, di sapere psichiatrico ottocentensco. dice che ci ha pensato al mare quest'estate, sotto l'ombrellone, a quel che mi sta incomprensibilmente dicendo ora, febbraio 26 2015. sono io il problema o è lui? certamente lui che dice questa cosa alla platea, che lancia questa bomba al narcisismo, certamente lui.
sono andata anche alle sessioni più psicodinamiche, mi sono detta: troverò qualcosa per me...e invece è andata anche peggio, dei personaggi psico-non-so, penso analisti, da mettersi le mani nei capelli.
PSICOPATOLOGIA IN TEMPO DI CRISI: STRESS, VULNERABILITÀ E RESILIENZA
Moderatori:
A. Buonanno (Roma), M. Di Giannantonio (Chieti)
Tempo, trauma, psicosi
M. Breccia (Pisa)
Esplorare il tempo: il continuum vulnerabilità-resilienza tra psicopatologia, psicoanalisi e terapia
M. Alessandrini (Chieti)
Tempo, trauma, psicosi
M. Breccia (Pisa)
Esplorare il tempo: il continuum vulnerabilità-resilienza tra psicopatologia, psicoanalisi e terapia
M. Alessandrini (Chieti)
incomprensibili, discorsi senza costruzione logica, boriosi, quasi confabulanti, anche qui una noia pazzesca.
di tutti mi sono chiesta:come siete davanti al paziente? come parlate con i vostri pazienti?
Fagiolini, che sai tutto di farmacologia e parli come un automa, sicuro di sè fino alla robotizzazione, mi ricordi il biondo Rutger Hauer - Roy di Blade Runner, come sei davanti a un paziente? come gli parli?
qualcosa ho azzeccato ma parliamo di qualcosa in 4 giorni di congresso.
capisco che quel che mi è piaciuto veramente, dove mi sono ritrovata, dove il linguaggio mi ha colto preparata, è l'ambito farmacologico, anche ancorato alla medicina, di genere e non. forse, in fondo, quel che ho scelto 25 anni, fa era la mia vocazione.
eppure ora mi oriento così diversamente, ma forse non mi oriento affatto. sono in affanno, non capisco più chi sono, farmacologa, psichiatra, psicoterapeuta. niente di nessuna delle cose, un pasticcio colossale. non ho sposato -mai- completamente un'identità, non ne possiedo nessuna.
resilienza non è da me. non mi deformo elasticamente, tendenzialmente mi perdo.
di tutti mi sono chiesta:come siete davanti al paziente? come parlate con i vostri pazienti?
Fagiolini, che sai tutto di farmacologia e parli come un automa, sicuro di sè fino alla robotizzazione, mi ricordi il biondo Rutger Hauer - Roy di Blade Runner, come sei davanti a un paziente? come gli parli?
qualcosa ho azzeccato ma parliamo di qualcosa in 4 giorni di congresso.
capisco che quel che mi è piaciuto veramente, dove mi sono ritrovata, dove il linguaggio mi ha colto preparata, è l'ambito farmacologico, anche ancorato alla medicina, di genere e non. forse, in fondo, quel che ho scelto 25 anni, fa era la mia vocazione.
eppure ora mi oriento così diversamente, ma forse non mi oriento affatto. sono in affanno, non capisco più chi sono, farmacologa, psichiatra, psicoterapeuta. niente di nessuna delle cose, un pasticcio colossale. non ho sposato -mai- completamente un'identità, non ne possiedo nessuna.
resilienza non è da me. non mi deformo elasticamente, tendenzialmente mi perdo.