c'è un'inerzia, credo comune, alla ripresa.
ce ne siamo lamentati in molti ma la chiusura domestica è stata per molti una salvezza o un ritrovarsi.
ieri, dopo mesi di sola tangenziale milano-cologno e ritorno, ho cambiato strada.
ho rifatto quello che ho fatto per anni, di ritorno dal cps passaggio a milano per commissioni.
ieri ho infranto il rito del rientro velocissimo in tempi di chiusura per pandemia, in cui il bisogno di tornare subito a casa era diventato una necessità e sono andata da Eataly.
una botta di vita, lo so.
sono passata da una sfolgorante biblioteca degli alberi. sono arrivata senza traffico, nemmeno ai semafori, ho parcheggiato agevolmente, sono entrata nell'edificio senza fare coda, dentro gli spazi sono stati adattati, ampliati, c'era decisamente poca gente.
apparentemente era tutto come sempre, la città è quella, la strada immodificata, gli spazi verdi riconoscibili e Eataly non si è spostato, quel che ho comprato è quello che acquisto di solito.
eppure niente era come prima e io ho provato una percezione di spaesamento.
ero nel solito posto ma non ero lì.
ma credo che io volessi fortemente che non fosse la stessa cosa.
ho avuto la sensazione di non avere tempo, che stavo sprecando tempo, che avrei fatto tardi, perchè dovevo tornare a casa e il tempo passava. pensavo: non ce la faccio. cosa? cosa non riesco a fare? TUTTO.
faccio notare che io ho corso tutta la vita e ho il fiatone ancora adesso per quanto ho corso.
ho lavorato scritto e letto e mi sono aggiornata cresciuto dei figli andata a cinema teatri concerti conferenze mostre e a tutti gli eventi milanesi da Mito settembre in musica alla art week. per anni.
ebbene si, penso che non ce la faccio più a fare tutto.
lo penso ora e poi ricomincerò a farlo?
non lo so perchè il timore di non farcela che ho ora potrebbe svanire e potrei non avere più paura di affannarmi.mi è piaciuto svegliarmi alle 5 perchè gli uccelli cantavano così forte nel silenzio della città muta da risultarmi assordanti, paradisiacamente assordanti.
e ieri ho sentito il temporale con una forza così scuotente che ho pensato che sarebbe venuta giù la casa. mi sono svegliata di continuo, forse non volevo perdermela sta sfuriata della natura.
forse passo semplicemente da un'ossessione a un'altra, da quella di fare tutto fuori a quella di non perdere niente dentro, ma pur sempre di controllo si tratta.
tutto, dentro o fuori, pur sempre tutto.
1 commento:
Post su cui riflettere, direi esistenziale per certi passaggi. Da parte mia ho compreso come ci si avveleni con il persistente sforzo e l'inevitabile e conseguente tensione che si genera,spesso "velando"se non addirittura oscurando le nostre 'profondità' (?) , nel voler mantenere determinati, a mio avviso, innaturali vorticosi ritmi. personalmente sto iniziando a modificare diverse cose,in primis,una sensibilità nuova e più accentuata verso 'tutto' il circostante. e poi lentezza..
Grazie per i tuoi post
Posta un commento