un'ora e mezza non è bastata.
tornerò, e con vivo piacere.
sono volata via sulle ultime immagini, ho intravisto aironi, tulipani e tartarughe, infine volti di donne e una vetrina di libri aperti sotto una luce chiara in una stanza buia.
quel che ho già visto è di splendente bellezza, lieve e leggero, meraviglioso e sognante, come i film di Hayao Miyazaki. ci ho pensato in continuazione, alla città incantata, al castello errante di Howl, alla principessa Mononoke, a Kiki e a Totoro.
in Giappone non sono mai stata e chissà mai se ci andrò nella mia vita ma ho già dentro di me una presentazione di tutto rispetto, mi mancavano solo le immagini del mondo fluttuante del Giappone dell'epoca Edo. mi è sembrato di navigare in un mondo altro, la mia immaginazione di una dimensione fatata e magica è già andata molto in là, sono oltre, sono affascinata, sono stregata.
la presentazione della mostra è strepitosa, le illustrazioni sono presentate su pannelli colorati e descritte su cartellini in legno compensato, le luci provengono dal basso, tutto concorre alla suggestione. ci sono haiku di Matsuo Basho, ci sono citazioni di Fosco Maraini, ci sono poesie commentate dalle immagini di Hokusai.
le immagini mi folgorano, la delicatezza artistica e la cura di Hokusai mi conquistano, la pienezza illustrativa, più sintetica e corposa, di Hiroshige mi piace. Utamaro è concentrato nell'ultima parte della mostra, l'ho solo spiato, ho visto i suoi volti di donne e per il momento mi limito a sognarli. sono proprio contenta di tornarci, mi sono fatta un bel regalo, certe meraviglie non dovrebbero finire mai.
le illustrazioni sono biglietti augurali o di invito su matrice in legno, vennero diffuse in molte copie, sono l'espressione di un'editoria di successo.
il mondo fluttuante, che rifugge dall'attaccamento terreno, ha catturato molti prima di me, impressionisti e post impressionisti, prima tra tutti Van Gogh. ho visto ponti attraversati dalla luna, cascate più simboliche che reali, ben 36 vedute del monte Fuji, 53 stazioni di posta tra Edo e Kyoto, e dettagli di una bellezza curiosa e minuziosa. in questo mondo le onde catturano come mani e gli aquiloni sono eterei e promesse di felicità, il blu è diverso da quello dello studio Ghibli, è tenue e delicato, d'altronde Hokusai costruisce atmosfere composte e silenziose in cui la gentilezza trionfa.
esiste un così fatto mondo?
si, certo, io ci credo, non posso far altro che crederci, per la mia salvezza.
il mondo fluttuante, che rifugge dall'attaccamento terreno, ha catturato molti prima di me, impressionisti e post impressionisti, prima tra tutti Van Gogh. ho visto ponti attraversati dalla luna, cascate più simboliche che reali, ben 36 vedute del monte Fuji, 53 stazioni di posta tra Edo e Kyoto, e dettagli di una bellezza curiosa e minuziosa. in questo mondo le onde catturano come mani e gli aquiloni sono eterei e promesse di felicità, il blu è diverso da quello dello studio Ghibli, è tenue e delicato, d'altronde Hokusai costruisce atmosfere composte e silenziose in cui la gentilezza trionfa.
esiste un così fatto mondo?
si, certo, io ci credo, non posso far altro che crederci, per la mia salvezza.
Mi vengono in mente giornate d’inverno intorno alle rive dei cinque laghi che ingioiellano a settentrione il vulcano; la vetta del Fuji riverberava allora,l’ultimo chiarore amaranto del timido sole di gennaio e si rifletteva, vitreo e remoto, come un tesoro misterioso e lucente sepolto nel ghiaccio. Oppure giornate di primavera nelle campagne ai piedi del gigante, quando ad ogni passo si ripete l’incontro fatato; qui fiori di ciliegi, lassu’ la candida cima nel cielo. O ancora giornate estive in mare: le onde del Pacifico si rompono stanche alla fine d’un lunghissimo viaggio sulle sabbie del Miho no Matsubara; file di vecchi pini contorti seguono la curva gentile della costa; alla loro ghirlanda s’uniscono le curve della spiaggia, della battigia lucente, delle criniere di spume sulle onde in arrivo; tutte linee che convergono verso un punto dell’orizzonte; e li’ altre riprendono in altra dimensione, verso l’alto, un altro slancio; come una danza meravigliosa segnata da un ritmo arcano: e’ il Fuji.
Fosco Maraini, Ore giapponesi