sono pregevoli le mostre della triennale, la XXI.
le ultime due che ho visitato, New Craft alla Fabrica del Vapore e Neo Preistoria al Palazzo della Triennale, mi sono piaciute moltissimo.
ancora una volta l'allestimento della mostra è già una mostra in sé, si mette mirabilmente in mostra.
la prima si avvale di altissimi pannelli in un ambiente post moderno, neo archeologico, molto suggestivo. diversi video presentano le manifatture esposte, il valore del lavoro artigiano è visibile, tangibile, l'esposizione stessa ne conferma la competenza. si possono vedere oggetti di artigianato -nuovi, recenti- pregevoli, dai tessuti alle biciclette, da oggetti in legno alle ceste, da stampanti in 3D a lavorazioni in denim.
la seconda si avvale di un ambiente scuro, ma via via sempre meno, poco illuminato e intimista, seppure moltiplicato attraverso molteplici specchi. lo spazio non è quindi percepito in modo netto e delimitato, ma solo intuito, anche immaginato come superiore, più ampio. credo che l'obiettivo sia quello di annullare le limitazioni spaziali per espandere quelle temporali, in modo che gli eventi del 2000 AC non siano necessariamente collocati lì, ma in una progressione logica evolutiva, come fossero accadute ieri, fino ai "successi" odierni. vengono presentati 100 verbi, ognuno coniugato a un oggetto archeologico o moderno, a segnare una scala evolutiva dell'uomo.
in entrambe le mostre l'uomo emerge come essere complesso ed evoluto, dominante sulla materia, capace di trasformarla, di adattarla al proprio benessere così come alla propria distruttività, al lusso, all'inutile.
ma, nel percorso della seconda, emerge bellissima, in quello strano buio avvolgente, una pagina, luminosa, quella su cui Leopardi ha scritto l'Infinito.
c'è la sua scrittura, ci sono le sue correzioni.
non ricordo il verbo, forse era creare.
certo che batteva forte il cuore, il punto progressivo massimo, lo sviluppo in crescita estrema esponenziale, lo avevo lì, davanti. oltre gli i-phone, oltre i missili, oltre le sonde e gli arti artificiali.
poesia, mi sovvien l'eterno.
ma, nel percorso della seconda, emerge bellissima, in quello strano buio avvolgente, una pagina, luminosa, quella su cui Leopardi ha scritto l'Infinito.
c'è la sua scrittura, ci sono le sue correzioni.
non ricordo il verbo, forse era creare.
certo che batteva forte il cuore, il punto progressivo massimo, lo sviluppo in crescita estrema esponenziale, lo avevo lì, davanti. oltre gli i-phone, oltre i missili, oltre le sonde e gli arti artificiali.
poesia, mi sovvien l'eterno.
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