se un primogenito sta facendo, ora, l'esame di maturità e intende fare medicina, le domande che mi pongo sono molte.
ieri sera ho sentito alla Milanesiana ospitata al teatro Franco Parenti -sono sempre lì, per un motivo o per un altro, perfino per i convegni su Lacan- le belle parole, e ed i bei modi -quanto hanno presa su di me, ormai- , di Alberto Mantovani e Gianvito Martino. Chi sono? Immunologo eccellentissimno il primo, neuroscienziato pregiatissimo, il secondo. Due medici, due persone eccelse, uno ti porta per mano nel mondo dell'immunologia mostrando quadri di Caravaggio e di Bruegel, l'altro ti incanta sulle straordinarie prestazioni del nostro cervello, macchina straordinaria ancora inimitabile. Mi sono ricordata, ma in linea di massima non me lo scordo, perché fare medicina è stata una gran scelta, perché mi piace, perché è immensa.
perché è cultura e saper fare, perché non si impara mai, mai del tutto.
si interrogavano, i due sapienti, sul vanto di essere medico, sulla vanità del saper fare. non hanno dato risposte, consci del pregio del loro mestiere, ma quantomeno il loro atteggiamento, pubblico, sapeva virare su una consapevolezza moderata che non ostenta falsa modestia.
un po' di ironia ha saputo condire al meglio l'indubitabile prestigio che li avvolge.
poi leggo che un pediatra del San Matteo di Pavia che importuna con molestie una sua paziente di 13 anni e mi ricordo che quei medici sono uomini, penso che tutte le persone che lavorano in sanità dovrebbero andare in analisi (anche quelle che lavorano agli sportelli...si), ma questa è un'opinione molto personale. diciamo almeno tutti e proprio tutti quelli che lavorano in psichiatria. non c'è nulla di più nauseabondo di una figura, medica sanitaria psicoanalitica, che usa il proprio potere per soggiogare l'altro, per abusarlo, per plagiarlo, per farne un oggetto del proprio godimento, per fargli, alla fine, molto male.
poi le eccellenze italiane virano su Lapo Elkann e lì qualcosa si attorciglia in me, gli occhiali tartarugati e il completo rosso e la scarpina giusta sul pantalone corto che rigorosamente mostra la calza, mi gettano infastidita in un mondo spregevole per me, non vorremo certo paragonare il lusso inutile per pochi e stranoti arricchiti (con dubbio uso della costruzione della frase in italiano) con la possibilità di far muovere il braccio a un tetraplegico.
allora mi ricordo di nuovo dell'esame di maturità e della tesina sulla storia della chirurgia e mi auguro che qualcosa di buono si sia depositato per far germogliare la rosa del Piccolo Principe.
2 commenti:
Noi medici siamo uomini e donne come tutti gli altri. Quindi c'è anche tanta feccia tra di noi.
Ma quando un medico è una persona passabilmente per bene, allora si è un po' speciale, perché la Medicina è quella professione che cerca di conciliare scienza - per quanto imperfetta - e umanesimo.
Ciao, Rossa
Marco
PS
È probabile che con il tuo esempio in casa tuo figlio diventi un buon medico
carissimo Marco,
il mio esempio per ora, come detta l'adolescenza, è solo un modello da criticare.
il "maturo", giustamente, rivendica a gran voce la sua differenza e vedremo poi cosa saprà farsene.
io intanto procedo per la mia strada, ed è già un bel casino così.
buona giornata
Rossa
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