era book City.
era novembre,
il 19.
ore 11.
in Triennale, una marea di gente, ragazze, in visibilio per Baricco.
dispiace ci sia ancora questa mania erotica giovanile che trasforma eventi culturali in fenomeni da stadio.
percepisco fastidio.
lo riproverò più tardi nel tentativo di avere una copia firmata, impossibile, veramente impossibile, almeno due ore di coda. ciao.
la vera star è Rebecca Dautremer che illustra Seta, del suddetto autore.
questa illustratrice ha qualcosa di misterioso, non è solare, è ambigua, a tratti spigolosa, nelle foto è spesso molto diversa tra un periodo e l'altro, capelli lunghi, poi corti, poi in carne, poi magra.
strana.
durante la conferenza parla, quasi solo lei, al solito Baricco fa quello che è passato di lì per caso, maglietta bianca e golf a scollo tondo. sembra quasi annoiato. chissà.
dice poche cose, anche lui come molti ormai, cita i figli e i sistemi giovanili di guerriglia familiare.
ad ogni modo mi interessa il risultato di questa strana accoppiata, pare fortemente voluta da due giovani ragazzi che, sulla base di un sogno ovvero che Seta avesse le illustrazioni della Dautremer, hanno fregato prima uno poi l'altra facendo credere prima a uno poi all'altra che lo mandava l'altro/a. si capisce?
a Baricco hanno detto mi manda la Dautremer che è d'accordo.
alla Dautremer hanno detto mi manda Baricco che è d'accordo.
geniali, tecniche di guerriglia familiare applicate all'editoria.
ecco il libro.
l'ho riletto in poche ore, Seta non è propriamente un romanzo, è un lungo singolare racconto.
ho speso più tempo sulle illustrazioni, a volte sorprendenti.
alcune sono riferite alle situazioni e ai personaggi, altre invece sottolinenano aspetto che non hanno a che vedere con la storia ma con alcune citazioni o definizioni di Baricco.
si vede Flaubert che tira le fila di Salammbò, citato nell'introduzione.
si vedono vignette che ritraggono, in diverse riprese, il viaggio di Hervé Joncour in Giappone.
si notano Sant'Agnese e anche le larve dei bachi che producano traiettorie chilometriche di seta.
ma
l'aspetto più sorprendente e magico sono le illustrazioni della Dautremer della pioggia.
un particolare che mi fa pensare che la Dautremer abbia capito.
e forse è ciò che ha fatto decidere a Baricco che questa impresa illustrativa del suo racconto gli andava bene, anzi benissimo.
come dice lui, forse "ha fatto anche meglio di me"-
Era d'altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla.
Si sarà notato che essi osservano il loro destino nel modo in cui, i più, sono soliti osservare una giornata di pioggia.
la Dautremer riporta tre illustrazioni sulla pioggia, all'inizio a metà narrazione e alla fine, come si trattasse del filo conduttore della storia, la pioggia come metafora della vita di Hervé Joncour.
un libro prezioso, come la storia delicata che racconta, come le immagini umide, bagnate ed erotiche, che la arricchiscono.
la Dautremer riporta tre illustrazioni sulla pioggia, all'inizio a metà narrazione e alla fine, come si trattasse del filo conduttore della storia, la pioggia come metafora della vita di Hervé Joncour.
un libro prezioso, come la storia delicata che racconta, come le immagini umide, bagnate ed erotiche, che la arricchiscono.