Leggeri ormai sono i sogni,
da tutti amato
con essi io sto nel mio paese,
mi sento goloso di zucchero;
al di là della piazza e della salvia rossa
si ripara la pioggia
si sciolgono i rumori
ed il ridevole cordoglio
per cui temesti con tanta fantasia
questo errore del giorno
e il suo nero d'innocuo serpente
Del mio ritorno scintillano i vetri
ed i pomi di casa mia,
le colline sono per prime
al traguardo madido dei cieli,
tutta l'acqua d'oro è nel secchio
tutta la sabbia nel cortile
e fanno rime con le colline
Di porta in porta si grida all'amore
nella dolce devastazione
e il sole limpido sta chino
su un'altra pagina del vento.
faccio così, ormai, quando leggo una poesia.
leggo, se capisco bene, altrimenti pazienza.
perchè?
perchè quello che cerco sono le parole.
me ne potrebbe anche bastare una.
una da sola.
o una frase.
c'è qualcosa che mi folgora, in una poesia, è uno squarcio
è un attimo
è un frammento di linguaggio che mi apre una porta della mente
un'altra pagina del vento è un capolavoro, un monumento poetico in 5 parole, che basta a tutto
nella vita potrebbe non servire altro
è un'apertura nel reale che spalanca orizzonti di immaginario
è come una porta nel tempo, che mi fa passare altrove
è un altrove.
questa poesia è piena zeppa ridondante di segni di immenso
a ognuno la sua preferita.
Andrea Zanzotto
Nel mio paese
da "Dietro il paesaggio".
domenica 4 dicembre 2016
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