e forse non è nemmeno il bacio la statua, il marmo più bello di Rodin alla mostra di Palazzo Reale.
è un'esposizione singolare, le statue in fila, una dopo l'altra, su più file, in modo essenziale e poco enfatico, poco celebrativo, una presentazione fuori dal comune, tutte raccolte nella Sala delle Cariatidi del nostro bel Palazzo regio.
sono una più bella dell'altra, un crescendo continuo, una sinfonia bianca.
una delle opere più emblematiche del periodo è La mano di Dio, che regge
il blocco di terra da cui sono plasmati gli esseri umani. raccontava lo
scrittore Camille Mauclair: «Ho detto un giorno a Rodin: “Si direbbe che
voi sappiate che nel blocco c’è una figura, e che vi limitiate a
rompere tutto intorno l’involucro che la nasconde”. Mi ha risposto che
“era esattamente questa la sua impressione mentre lavorava”».
figure che nascono dal marmo e sembrano non liberarsene, sono lì, magari incomplete, solo una parte del corpo emerge, il resto rimane magmatico, imprigionato nella matrice originaria, nell'impronta materna del marmo.
i volti rimangono nascosti esaltando il busto, magari la schiena, a volte il corpo non esiste, c'è solo una mano, oppure affiora un volto, senza corpo, ancora irresoluto nel mondo della non esistenza.
ogni statua è una nascita, una nascita dal nulla, dal nitore del vuoto.
per me, credo di averlo già scritto in un post su una mostra di Rodin a Legnano di alcuni anni fa (http://nuovateoria.blogspot.it/2011/05/la-bellezza-e-ovunque-e-non-vi-e-nulla.html), si tratta di una potenza espressiva senza eguali, del corpo che parla, di carne che esulta, di vita che spinge.
rimango catturata da questi marmi che conservano una sorta di indefinito e di incertezza, mi sembra di assistere a dei parti, alla creazione dell'uomo, ad adamo ed eva, all'emersione del corpo dal nulla dell'indefinito del cosmo.
e c'è di più, c'è l'eros, c'è una carnalità viva e pulsante, c'è sessualità.
a pensarci parrebbe difficile che la pietra possa comunicare erotismo, eccitazione, immaginazione erotica, eppure qualcosa freme, e vibra, qualcosa si muove in quei corpi apparentemente statici, qualcosa pulsa, vitalissimo, è un messaggio che arriva dritto al cervello.
almeno al mio.
4 commenti:
che meraviglia!
tutto una meraviglia,ma,mi aspettavo almeno un cenno su quella tormentata e inquieta Camille Claudel,per ovvii motivi,penso.ma certo,naturalmente la mostra è incentrata su A.Rodin. rimane sempre alta la misura,la costante di bellezza dei tuoi interessi.ciao Rossa.
vero Fabrax, una meraviglia -e grazie ancora per avermi trasferito sul tuo blog, mi sono vista!-
beh si, perchè parlare di Camille, della quale peraltro non so poi molto, qui è tutto e soloRodin e la sua portentosa arte!
grazie carissimo amico.
Rossa
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