(Stendhal, che, tra un soggiorno e l'altro, visse a Milano per circa sei anni)
in una bella domenica mattina d'inverno, ieri, mi sono recata a vedere una bella mostra fotografica.
passeggiando nel famigerato quadrilatero della moda, tra l'odiosa via Montenapoleone e l'insopportabile via Sant'Andrea (era anche il we della moda maschile...figuriamoci cosa c'era in giro!), mi sono infilata, rapidamente, in quel di Palazzo Morando.
quivi si teneva questa mirabile esposizione: Milano tra le due guerre, alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti.
la mostra è deliziosa, godibilissima, snella e ben congegnata.
attraverso gli scatti del fotoreporter milanese, conosciuto a Milano oltre che per il suo negozio di ottica in Porta Romana, anche per essere stato uno dei primi a immortalare con la sua macchina fotografica la vita quotidiana di quei tempi, si ammirano le foto di una Milano primi anni del 900, tra le due guerre, ormai per lo più inesistente, soprattutto se ci riferiamo all'interramento dei Navigli che la percorrevano e la completa ristrutturazione del quartiere attorno al duomo, il Bottonuto.
Ampie documentazioni fotografiche racconteranno la storia dei Navigli e la copertura della fine degli anni '20, in virtù di uno scellerato piano regolatore che privilegiò la funzionalità alla bellezza e alla tradizione, cancellando in un sol colpo quella connotazione di civiltà acquatica che aveva caratterizzato Milano per almeno otto secoli. La demolizione del Bottonuto - il quartiere medievale situato a ridosso di piazza Duomo, in quell'area che oggi possiamo approssimativamente identificare con l'isolato a sud di Piazza Diaz – modificò in modo irreversibile il cuore di Milano, lasciando il posto alla modernizzazione e alle speculazioni immobiliari che hanno caratterizzato in modo drastico il rapporto della città con la sua storia, con il suo passato, indicando una strada che di lì a poco sarebbe diventata il modello dell'intero sviluppo urbanistico.
le foto, alcune davvero pregevoli altre semplicemente descrittive, mostrano zone ancora riconoscibili, altre invece una Milano che non c'è più e, lo devo dire, qualcosa si stringe in me. le vie d'acqua, le case a ridosso dei navigli, la vita a contatto con l'acqua, i ponticelli, le zone pedonali, il Verziere, tutta la zona adiacente al Duomo, la vecchia Darsena con il primo approdo della canottieri Milano, mostrano un'altra città. sporca, povera, malconcia per certi aspetti, ma infinitamente romantica. attraente, seducente.
sono davvero grata a chi mi ha permesso di vedere la città che vide mia madre, che visse mia madre, che rimpianse mia madre tutta la vita a partire dalla scomparsa dei Navigli in poi. quante volte, passando da Via San Marco, mi ha ricordato che lì, al posto del parcheggio, c'era un laghetto, che là, in Via San Damiano, c'era il ponte delle Sirenette, che la Darsena era ben altra cosa dal letamaio che è ora.
questa mostra va vista, chi abita a Milano la deve vedere, è una generosa proposta di foto, di cultura e di rimpianto che non può passare inosservata, di enorme valore documentale e storico, di grande importanza riflessiva sulle miopie urbanistiche antiche e odierne.
sciostra in Via Santa Sofia
la copertura della Fossa Interna
il Bottonuto
la Darsena
San Marco e il Ponte "Dei Medici"
sede Canottieri Milano sulla Darsena
il ponte delle sirenette
la Conca dell'Incoronata
porta Romana
il laghetto di via San Marco
l'ultima parte della mostra è dedicata alla descrizione del Bottonuto, questo quartiere che era a ridosso del Duomo che fu completamente demolito a favore della visione odierna della città, più ariosa certamente, meno affollata di case e palazzi. è veramente impressionante vedere le foto di una città che non riconosco, eppure si vede la guglia del duomo sullo sfondo!, case, edicole, negozi ormai solo appartenenti alla memoria fotografica.
La contrada del Bottonuto era fatta di popolo e di sangue. Il ventre della città, povera gente, poche regole. Ma il cuore aristocratico batteva a due passi, in piazza Duomo, e i benpensanti storcevano il naso passando per il vecchio Verziere, in quel dedalo di vicoli che collezionavano solo cantoni maleodoranti e facce da «ligera», buone per la galera. C' era il vicolo del Bottonuto, dove ora è via Albricci, e il rione tutt' intorno. Via Vedraschi, vicolo Carnadin e la torre del sale di via Vallone sono scatti sbiaditi del civico archivio fotografico, datati 1884. Non esiste più nulla ovviamente, se non storie da raccontare. Gli anziani ricordano ancora le «case chiuse» che abbondavano nella zona, soprattutto una super in via Chiaravalle e un' altra in via Bergamini (la via dei venditori di formaggi provenienti da Bergamo). E poi, vespasiani e friggitorie a ogni angolo. Una vergogna per la Milano bene. Il Piano regolatore del 1937 restituisce alla via Adua l' antico nome di via Larga e, soprattutto, cancella il quartiere. Un colpo di spugna sulle vecchie case e sulla storia.
(Tesorio Giuseppe, Corriere della Sera 2010)
le foto sono accompagnate da commenti accorati di alcuni scrittori che si vedono defraudati della loro città, del loro quartiere, delle case e dei negozi, dell'ambiente ormai familiare che li accoglie ogni giorno, degli angoli e delle strade.
si legge, tra le foto, anche una bella, e lunghissima, poesia di Aldo Palazzeschi, veloce e futurista, La passeggiata, che richiama una città indaffarata e operosa, insegne, negozi e commerciati, una città che sale...
Ampie documentazioni fotografiche racconteranno la storia dei Navigli e la copertura della fine degli anni '20, in virtù di uno scellerato piano regolatore che privilegiò la funzionalità alla bellezza e alla tradizione, cancellando in un sol colpo quella connotazione di civiltà acquatica che aveva caratterizzato Milano per almeno otto secoli. La demolizione del Bottonuto - il quartiere medievale situato a ridosso di piazza Duomo, in quell'area che oggi possiamo approssimativamente identificare con l'isolato a sud di Piazza Diaz – modificò in modo irreversibile il cuore di Milano, lasciando il posto alla modernizzazione e alle speculazioni immobiliari che hanno caratterizzato in modo drastico il rapporto della città con la sua storia, con il suo passato, indicando una strada che di lì a poco sarebbe diventata il modello dell'intero sviluppo urbanistico.
le foto, alcune davvero pregevoli altre semplicemente descrittive, mostrano zone ancora riconoscibili, altre invece una Milano che non c'è più e, lo devo dire, qualcosa si stringe in me. le vie d'acqua, le case a ridosso dei navigli, la vita a contatto con l'acqua, i ponticelli, le zone pedonali, il Verziere, tutta la zona adiacente al Duomo, la vecchia Darsena con il primo approdo della canottieri Milano, mostrano un'altra città. sporca, povera, malconcia per certi aspetti, ma infinitamente romantica. attraente, seducente.
sono davvero grata a chi mi ha permesso di vedere la città che vide mia madre, che visse mia madre, che rimpianse mia madre tutta la vita a partire dalla scomparsa dei Navigli in poi. quante volte, passando da Via San Marco, mi ha ricordato che lì, al posto del parcheggio, c'era un laghetto, che là, in Via San Damiano, c'era il ponte delle Sirenette, che la Darsena era ben altra cosa dal letamaio che è ora.
questa mostra va vista, chi abita a Milano la deve vedere, è una generosa proposta di foto, di cultura e di rimpianto che non può passare inosservata, di enorme valore documentale e storico, di grande importanza riflessiva sulle miopie urbanistiche antiche e odierne.
sciostra in Via Santa Sofia
la copertura della Fossa Interna
il Bottonuto
la Darsena
San Marco e il Ponte "Dei Medici"
sede Canottieri Milano sulla Darsena
il ponte delle sirenette
la Conca dell'Incoronata
porta Romana
il laghetto di via San Marco
l'ultima parte della mostra è dedicata alla descrizione del Bottonuto, questo quartiere che era a ridosso del Duomo che fu completamente demolito a favore della visione odierna della città, più ariosa certamente, meno affollata di case e palazzi. è veramente impressionante vedere le foto di una città che non riconosco, eppure si vede la guglia del duomo sullo sfondo!, case, edicole, negozi ormai solo appartenenti alla memoria fotografica.
La contrada del Bottonuto era fatta di popolo e di sangue. Il ventre della città, povera gente, poche regole. Ma il cuore aristocratico batteva a due passi, in piazza Duomo, e i benpensanti storcevano il naso passando per il vecchio Verziere, in quel dedalo di vicoli che collezionavano solo cantoni maleodoranti e facce da «ligera», buone per la galera. C' era il vicolo del Bottonuto, dove ora è via Albricci, e il rione tutt' intorno. Via Vedraschi, vicolo Carnadin e la torre del sale di via Vallone sono scatti sbiaditi del civico archivio fotografico, datati 1884. Non esiste più nulla ovviamente, se non storie da raccontare. Gli anziani ricordano ancora le «case chiuse» che abbondavano nella zona, soprattutto una super in via Chiaravalle e un' altra in via Bergamini (la via dei venditori di formaggi provenienti da Bergamo). E poi, vespasiani e friggitorie a ogni angolo. Una vergogna per la Milano bene. Il Piano regolatore del 1937 restituisce alla via Adua l' antico nome di via Larga e, soprattutto, cancella il quartiere. Un colpo di spugna sulle vecchie case e sulla storia.
(Tesorio Giuseppe, Corriere della Sera 2010)
le foto sono accompagnate da commenti accorati di alcuni scrittori che si vedono defraudati della loro città, del loro quartiere, delle case e dei negozi, dell'ambiente ormai familiare che li accoglie ogni giorno, degli angoli e delle strade.
si legge, tra le foto, anche una bella, e lunghissima, poesia di Aldo Palazzeschi, veloce e futurista, La passeggiata, che richiama una città indaffarata e operosa, insegne, negozi e commerciati, una città che sale...
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Andiamo?
- Andiamo pure.
- Andiamo pure.
All'arte del ricamo,
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveauté.
Benedetto Paradiso
successore di Michele Salvato,
gabinetto fondato nell'anno 1843.
avviso importante alle signore !
La beltà del viso,
seno d'avorio,
pelle di velluto.
Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.
La pasticca di Re Sole.
Si getta dalla finestra per amore.
Insuperabile sapone alla violetta.
Orologeria di precisione.
93
Lotteria del milione.
Antica trattoria "La pace",
con giardino,
fiaschetteria,
mescita di vino.
Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d'arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveauté.
Benedetto Paradiso
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gabinetto fondato nell'anno 1843.
avviso importante alle signore !
La beltà del viso,
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Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.
La pasticca di Re Sole.
Si getta dalla finestra per amore.
Insuperabile sapone alla violetta.
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93
Lotteria del milione.
Antica trattoria "La pace",
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Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d'arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
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3 commenti:
sono toccanti questi scatti,quasi commoventi.amo follemente(la polvere del tempo però addolcisce molto e permea di fascino)le foto,e non solo,rétro;mi incantano come "alcuni" vecchi volti che vedo.ciao Rossa.
sono toccanti questi scatti,quasi commoventi.amo follemente(la polvere del tempo però addolcisce molto e permea di fascino)le foto,e non solo,rétro;mi incantano come "alcuni" vecchi volti che vedo.ciao Rossa.
si sono proprio belli. peccato tu non sia di Milano...
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