imponente maestosa preziosa, la Sicilia e il suo barocco:
Siracusa, Noto, Ragusa e Modica, patrimonio dell'Unesco.
Scirocco
E sovra i monti, lontano sugli orizzonti
è lunga striscia color zafferano:
irrompe la torma moresca dei venti,
d’assalto prende le porte grandi
gli osservatori sui tetti di smalto,
batte alle facciate da mezzogiorno,
agita cortine scarlatte, pennoni sanguigni, aquiloni,
schiarite apre azzurre, cupole, forme sognate,
i pergolati scuote, le tegole vive
ove acqua di sorgive posa in orci iridati,
polloni brucia, di virgulti fa sterpi,
in tromba cangia androni,
piomba su le crescenze incerte
dei giardini, ghermisce le foglie deserte
e i gelsomini puerili - poi vien più mite
batte tamburini; fiocchi, nastri…
Ma quando ad occidente chiude l’ale
d’incendio il selvaggio pontificale
e l’ultima gora rossa si sfalda
d’ogni lato sale la notte calda in agguato.
da "Canti Barocchi" di Lucio Piccolo
E sovra i monti, lontano sugli orizzonti
è lunga striscia color zafferano:
irrompe la torma moresca dei venti,
d’assalto prende le porte grandi
gli osservatori sui tetti di smalto,
batte alle facciate da mezzogiorno,
agita cortine scarlatte, pennoni sanguigni, aquiloni,
schiarite apre azzurre, cupole, forme sognate,
i pergolati scuote, le tegole vive
ove acqua di sorgive posa in orci iridati,
polloni brucia, di virgulti fa sterpi,
in tromba cangia androni,
piomba su le crescenze incerte
dei giardini, ghermisce le foglie deserte
e i gelsomini puerili - poi vien più mite
batte tamburini; fiocchi, nastri…
Ma quando ad occidente chiude l’ale
d’incendio il selvaggio pontificale
e l’ultima gora rossa si sfalda
d’ogni lato sale la notte calda in agguato.
da "Canti Barocchi" di Lucio Piccolo
La Torre
Propizia l’aria fra quelle mura
alte agli incanti: dalle finestre
adito, il giorno, a colli, pianura,
spazi prativi, erte ginestre;
torre la chiamava, e la scala
e l’ombra che si piega sul gradino
innanzi a chi sale…
E dall’interno al suo sguardo la rosa
bianca che poggia su la ringhiera…
La stanza appesa all’arbitrio
dei colori, alle udienze dell’aure…
ove al segno del libro risponde
l’astro.
Lucio Piccolo
Oratorio
di Valverde
Ferma il
volo Aurora opulenta
di
frutto, di fiore,
balzata
da rive vicine
diffondi
ancora tremore
di conchiglie, di luci marine,
e valli
dove passasti alla danza
pastorale
fra le ginestre
t’empirono
le canestre
di
folta, di verde abbondanza
- a larghe onde di campane tessuta
venivi, dai fili di memorie, dai
risvegli infantili.
(…)
da "Canti Barocchi" di Lucio Piccolo
"Per Lucio Piccolo di Calanovella, poeta siciliano appartato e coltissimo, purtroppo noto soprattutto per essere il cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, affidarsi al simbolo è una condizione ineludibile. Tanto che i suoi “Canti barocchi”, autentico caso letterario sollevato da Eugenio Montale nel 1956, sono il più tardo e riuscito esempio di poesia simbolista italiana." (G.Accolla)
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