dopo averle viste nel cielo me le sono godute al planetario.
certo non è la stessa cosa, ma è stato suggestivo lo stesso.
stelle in musica: un bel momento, breve ma intenso.
un momento riflessivo, pensieroso. lunghi minuti passati al buio in compagnia delle note ripetitive di Satie guardando il passare dei giorni sulla cupola illuminata del planetario...c'era tempo per pensare e pensare bene.
il planetario è stato costruito nel 1930 e le sedie, che ruotano su se stesse per seguire i movimenti sulla volta, sono del 1930. l'orizzonte che si individua alla base della volta è quello di Milano, del 1930, mancano alcuni particolari, come la torre Velasca, ma si vede bene, ovviamente, il Duomo.
la macchina che proietta le immagini di stelle e pianeti è più recente, del 1968, è un sistema ottico ed elettrico e mostra quel che a Milano non si può vedere nemmeno nella migliore delle ipotesi.
di più ho visto sulla spiaggia di Favignana, ma quel che si potrebbe vedere, e l'ho visto nel buio totale della sala, è possibile goderselo nel deserto, in un luogo che non conosca nessuna luce artificiale, in un luogo in cui notte vuol dire buio assoluto.
quel che sta sopra di noi è inimmaginabile.
Lo strumento "planetario"
Il planetario è un proiettore che riproduce l'aspetto e del cielo stellato e i fenomeni astronomici. Si presenta come un traliccio cilindrico mobile con una grossa sfera a ciascuna estremità. Una potente lampada all'interno di ogni sfera illumina una serie di lastre circolari di vetro che generano le immagini delle stelle di un determinato settore del cielo.Lo strumento può ruotare attorno a tre assi per simulare il moto diurno, la precessione degli equinozi e il movimento in latitudine.
immersa nella musica di Satie, al buio, ho guardato, per un tempo finito, il fluire del tempo sulla volta celeste. sono le stelle a dare il ritmo alle stagioni terrestri , con i loro movimenti ciclici, ripetitivi e lenti scandiscono il fluire del tempo. le stelle ritornano, sempre uguali, ma tuttavia non c’è una stagione uguale all’altra. conoscere le stelle ci può aiutare a conoscere meglio noi stessi, la nostra realtà ultima, universale, fatta di scienza, di musica e di arte.(Fabio Peri, direttore scientifico dell’istituto) |
Quandò ideò Vexations, nel 1893, Satie voleva liberarsi dal giogo della musica austro-tedesca che aveva dominato l’Ottocento. la partitura di Vexations si esaurisce in 4 righi di musica, ma in cima si trova la seguente indicazione: «Per suonare questo motivo 840 volte, bisognerebbe prepararsi in anticipo, nel più assoluto silenzio, con serie e scrupolose immobilità»: il che voleva dire appunto annullare la direzionalità del tempo nel ritorno costante e immutato di una medesima entità, e che ciò poteva instaurare, nel controllo imposto dalla ripetizione incessante, un rapporto con una dimensione trascendente. l'effetto non è stato così potente, ma certamente ha indotto riflessione, fissità, uno stare fermi, muti, inermi che non appartiene al mondo terrestre, forse a quello delle stelle. |
da: MITO SettembreMusica
L'armonia delle sfere
Conferenza astronomica di Fabio Peri
Erik Satie Vexations
Pianoforte Orazio Sciortino
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