A fine luglio quando
Da sotto le pergole di un bar di San Siro
Tra cancellate e fornici si intravede
Un qualche spicchio dello stadio assolato
Quando trasecola il gran catino vuoto
A specchio del tempo sperperato e pare
Che proprio lì venga a morire un anno
E non si sa che altro un altro anno prepari
Passiamola questa soglia una volta di più
Sol che regga a quei marosi di città il tuo cuore
E un’ardesia propaghi il colore dell’estate.
Vittorio Sereni
(Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983)
ripenso al mio compleanno di luglio e mi si stringe il cuore di una fitta di dolore che non avrà mai rimedio.
un rifiuto, un ripudio che si propaga nell'aria, persiste e infierisce, anche ora che il colore dell'estate va morendo.
è questa la fine dell'anno, la fine dell'estate, è ora che tutto ricomincia, è ora che la passiamo questa soglia.
che poesia questa di Sereni, che poesia immensa.
e l'ho passata, la soglia, mio malgrado, in quel 12, ma non avrei voluto per non averne ricordo.
il mio cuore non regge. la memoria è un'impronta, la memoria è una condanna, uno sperpero di fiducia e speranza.
4 commenti:
wooohh..superba!una carezza Rossa..
Il commento alla poesia, mi porta a queste riflessioni di Fernando Pessoa: "...Vivo sempre nel presente. Non conosco il futuro. Non ho più il passato. L'uno mi pesa come la possibilità di tutto, l'altro come la realtà di nulla. Non ho speranze né nostalgie. Conoscendo ciò che è stata la mia vita fino ad oggi (tante volte e per tanti versi l'opposto di come avrei voluto), cosa posso presumere della mia vita di domani se non che sarà ciò che non presumo , ciò che non voglio, ciò che mi succede dal di fuori, perfino attraverso la mia volontà?".
Io invece ho nostalgie: ed è un problema. Ciao Rossa.
grazie per la carezza, davvero.
conosco le parole di Pessoa che mi proponi, e, come te, non posso condividerle. ma credo che non ci credesse nemmeno lui.
è un problema, sono d'accordo.
ciao Monteamaro, a presto.
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