sono stata colta da un incantamento.
una giovane donna che si guarda riflessa attraverso lo specchio, che si proietta nel suo futuro di sposa e lascia alle spalle il passato di donna libera, mi ha portata per mano, complice il suo sguardo, nel mondo fatato della femminilita' e dei suoi infiniti misteri.
"Egli la mira intentamente e rimira con infingevole occhio, e per tutte le sue fattezze discorrendo, con vaghezza solo da gli amanti conosciuta, ora risguarda la bella treccia, più simile ad oro che ad altro...Vede dopo questi le morbide guancie, la loro tenerezza e bianchezza con quella del latte appreso rassomigliando, se non in quanto alle volte contendono con la colorita freschezza delle matutine rose...Oltre a ciò quella parte del candidissimo petto riguardando e lodando, che alla vista è palese, l'altra che sta ricoperta loda molto più ancora maggiormente, con acuto sguardo mirandola e giudicandola: mercé del vestimento cortese, il quale non toglie perciò sempre a' riguardanti la vaghezza de' dolci pomi che, resistenti al morbido drappo, soglion bene spesso della lor forma dar fede, mal grado dell'usanza che gli nasconde." (Pietro Bembo- Gli Asolani)
ciò cui ci è dato assistere è un atto privato, intimo e riservato e non avremmo potuto accerdervi altrimenti, se non tramite gli occhi di Tiziano. è un atto in cui tutto sembra svolgersi sotto i nostri occhi ma tutto è avvolto dal segreto, noi vi assistiamo come fossimo voyeur incolpevoli ma compiaciuti di una scena intima, solo per poco. è un atto in cui si consuma un enigma, quella della seduzione erotica, fra modella e spettatore. tutto si raccoglie in uno sguardo, perchè in fondo gli specchi si riflettono ma non ci fanno vedere niente, ciò che vibra all'interno del quadro non è lo specchio ma lo sguardo, lo sguardo di lei, lo sguardo di lui su di lei, lo sguardo del mondo, il nostro, su di lei.
"je me voyas me voir, sinueuse, et dorais
De regards en regards..."
(
Paul Valery, La jeune Parque).
Lacan, psicanalista francese, individuava nello sguardo un nodo cruciale, in quanto lo sguardo costituisce in sè uno degli oggetti che causano desiderio. La nostra dama vuole vedersi riflessa di spalle, come se ci fosse un osservatore che la coglie da dietro, che scruta una sua parte nascosta. In quel punto cieco dello specchio, in cui qualcosa si intravede ma di fatto nulla si delinea, si svolge quella soddisfazione femminile di sapersi guardata a condizione che non la si veda.
ecco il desiderio e la sua genesi, mi guardi ma non mi vedi, mi puoi intuire ma non mi svelo.
anche Caravaggio riporta Marta con la sorella Maddalena intente in una discussione sul da farsi: cosa dici marta mi metto cosi', sto bene no? lo dice anche lo specchio... ma dai maddalena, anche tu, lascia stare, sempre a metterti nei guai...vuoi proprio sembrare una cortigiana? vogliamo pensare a un futuro più decoroso?
discorsi da donne però, in questo caso lo sguardo non è mistero ma indagine, seppure sempre sensuale con luci ed ombre che sottolineano l'incarnato chiaro del seno, nascondono la curva del collo, evidenziano ad arte le mani vezzose di maddalena e quelle severe, rigorose, dimostrative di marta.
questo è un discorso, non un incantesimo nè un enigma inconoscibile.
sempre quello specchio convesso a farci da riflesso, a noi donne, che sia l'amplificazione a tutto tondo, grandangolare, della nostra vezzosita', della nostra vanita', della nostra seduttivita' a renderlo cosi' complice del nostro mistero?
"e se tu scruterai a lungo un abisso, anche l'abisso scrutera' dentro te" (F. Nietzsche): nello specchio lo sguardo cade su noi come corpo e forma ma risuona anche dentro di noi, in un rimando continuo.
lo specchio ci dice che siamo belle ma anche che la bellezza è un vestito che si indossa, corruttibile dal tempo. quello stesso specchio un giorno ci dirà molto altro su di noi, e allora ci rimanderà ben altro mistero della nostra bellezza.
ha origini lontane quello specchio, e si è spostato molto lontano, anche Van Eyck, quasi cent'anni prima, lo aveva usato nel mostrare la coppia di sposi:
anche in quel caso lo specchio funzionava da amplificatore di un disegno, quello della casa, della famiglia, del progetto matrimoniale (
Jan Van Eyck, Ritratto dei coniugi Arnolfini).
nel caso della nostra bellissima tizianesca figura, tutto e' ancora da stabilire, rispetto al futuro sentimentale.
chi e' quell'uomo che le porge lo specchio quadrato davanti mentre lei si riflette e si ammira di spalle nello specchio convesso dietro? nessun uomo, che non sia il marito, puo' assistere alla profumazione dei capelli, alla preparazione privata, alla messa a punto dell'acconciatura e del vestito. e la nostra dama non e' sposata...no, l'anello al mignolo lo mostra chiaramente.
ebbene si, lo ritroverete in molti quadri, le donne libere portano l'anello al mignolo, come la
Venere allo specchio dello stesso Tiziano
mentre una donna sposata, l'anello lo porta all'anulare, come la sposa qui abbracciata teneramente dal proprio marito (
Paris Bordon, Gli sposi e il compare d'anello).
chi e' dunque quell'uomo che assiste alla preparazione di questo rito di passaggio?
il barbiere. può parere strano ma allora il barbiere svolgeva anche ruoli intimi e domestici, acconciava i capelli e estraeva i denti. nessun altro uomo avrebbe potuto avere accesso all'intimita' celata della nostra bellissima dama, assorta nel suo passato e speranzosa sul suo futuro, intrisa di sguardo, di sguardi, di sguardo in sguardo..
sono stata colta da un incantamento e mi fa sognare tanta sensualita' intima e calda, mi fa guardare con sospetto alla svendita odierna dell'immagine, mi fa guardare con rispetto e ammirazione alla consacrazione rituale del mistero in un attimo, su una tela, senza necessità di reiterazione infinita del godimento, alla rappresentazione della piu' magica bellezza femminile oltre il tempo. oltre lo spazio, oltre l'impudico, ma con sguardo devoto mai soddisfatto, mai appagato .