Dovrò di nuovo erigere la vasta vita,
specchio di te ancora:
dovrò ricostruirla ogni mattina.
Ora che non ci sei,
quanti luoghi sono diventati vani
e senza senso, uguali
a lampade di giorno.
Sere che ti hanno accolto come nicchie,
musiche dove trovavo te ad attendermi,
parole di quel tempo,
dovrò distruggervi con queste mani.
In quale baratro dovrò celare l'anima
perché non veda la tua assenza
fulgida come un sole orribile,
che non tramonta mai, spietata, eterna?
La tua assenza mi sta attorno
come la corda al collo
come il mare a chi affoga.
Jorge Luis Borges
Fervore di Buenos Aires
lunedì 3 febbraio 2020
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