Javier Marias la pensa come me (o io come lui?) e alla conferenza di premiazione di lunedì al Teatro Grassi per la sua Berta Isla mi da ragione (o io gli do ragione?).
l'Altro è misterioso e inconoscibile, soprattutto i nostri genitori.
«Tutti pensiamo di sapere abbastanza, ma non è così. Non sappiamo nemmeno chi erano i nostri genitori prima di essere i nostri genitori! È il destino di tutti: non conoscere bene niente, nemmeno noi stessi. E questo riguarda anche i fatti: una persona che esce dalla stanza già perde la forza del presente».
poi arriva sul palco Lorenzo Flabbi, premiato per la traduzione di Una donna di Annie Ernaux, e siamo sulla sponda opposta, quella di un romanzo che ricostruisce tracce biografiche di una madre, prima e dopo la nascita di chi la racconta.
«Tradurre — ha spiegato Flabbi,— significa non venire meno a un mandato anche etico della lingua di un romanzo».
non mi domando chi abbia ragione, chi dica il vero, certo la letteratura premia chi legge: fermarsi alla nostra sola verità, alla sola nostra vita, è sempre pericoloso.
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