sabato era aperta al pubblico, per gentile concessione del suo nuovo proprietario, architetto Massimo De Carlo, che ne ha fatto la sua sede di lavoro (mammamia) e ne farà, dal 8 marzo , o aprile?, una nuova sede espositiva.
progettata da Piero Portaluppi, questo gioiello in Viale Lombardia (via più triste e anonima non si può nemmeno immaginare) è stata costruita tra il '34 e il '36 per questa ricca famiglia di imprenditori farmaceutici, abitata per molti anni, poi sede di uffici (e ne hanno fatto sfracelli) e poi abbandonata. restaurata in modo conservativo per ben due anni ora si possono ammirare (ed eravamo veramente in molti troppi a farlo, quanti bruti si aggiravano per quel castello) i preziosi elementi architettonici ritrovati (ma non c'è più il mobilio, purtroppo): le fughe di alluminio nei pavimenti dalle grandi piastrelle in noce, i caminetti impreziositi da leghe metalliche, le pareti della sala d’ingresso decorate con una tempera che raffigura i borghi della pianura padana, i marmi verdi, rossi, la pietra e le losanghe del soffitto. sono meravigliose le enormi vetrate del salone principale che guardano verso l'esterno, la casa respira della vita in città. nel seminterrato e nelle stanze della servitù sono stati ricavati non solo gli uffici ma anche una grande biblioteca/archivio-memoria della galleria. non si possono dimenticare bagni (come nell'ancora più preziosa Villa Necchi Campiglio, gioiello inestimabile della città): il primo, affacciato sul giardino, con sanitari in marmo rosa; il secondo, più modesto, in marmo verde e bianco e ritirato in un’area più discreta nel retro della casa.
bellissima, in esterno, la scala elicoidale, anch’essa in blocchi di marmo concepita per la V Triennale del 1933 e poi rimontata qui.
bellissima, in esterno, la scala elicoidale, anch’essa in blocchi di marmo concepita per la V Triennale del 1933 e poi rimontata qui.
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