museo city 2018 mi ha messo in moto, come sempre la mia città, e ho cercato qualche bella occasione per vedere nuove proposte, e magari vecchi musei, della mia Milano.
il primo dei miei itinerari è stato il museo Collezione Branca.
al pari della mia visita alla Galleria Campari lo scorso anno, con degna prosecuzione della dedizione alcolica alla migliore tradizione italiana, mi sono divertita molto.
ho scoperto che Bernardino Branca, fondatore dell'azienda familiare, era uno speziale. la sua creazione, del 1845, era un elisir che avesse funzioni curative del colera e della malaria. la sua intuizione fu avvallata da un medico, il sig. Fernet, di origine svedese.
la funzione curativa risiede nelle erbe, appunto, usate per la sua miscela, prevalentemente china rossa (ovvero il chinino che cura la malaria), zedoaria e colombo, una radice aerea. per il colera c'è la mirra, così ci ha spiegato il nostro accorto, e singolare, accompagnatore.
il museo è dentro l'azienda, e l'azienda è a ridosso della strada, e dentro l'azienda, ancora in mano alla famiglia Branca a partire dal decollo nel 1850, c'è tutta la produzione. abbiamo ammirato tutta la creazione pubblicitaria, abbiamo annusato le spezie, abbiamo imparato la creazione del logo (l'aquila che sorvola il mondo distribuendo il Fernet),abbiamo visto le imitazioni e guardato le foto delle vecchie locande, abbiamo scoperto la funzione digestiva ma anche quella, pare diffusissima in Argentina, come aperitivo. abbiamo osservato la storia, la crescita, i cambiamenti, i libri paga, gli strumenti del mestiere, i vestiti degli impiegati, abbiamo sentito la storia della torre Branca vicino alla triennale e, da ultimo, abbiamo visitato le cantine, annusato le spezie (fortissima la camomilla, negli imballaggi provenienti da tutti i continenti del mondo), abbiamo visto le botti e soprattutto la campionessa, la Botte Madre, contenente il brandy stravecchio, una creatura gigantesca, affascinante e seducente, con tutte le sue funzioni all'opera.
dimenticavo...abbiamo assaggiato! io caffè Borghetti. un goccio e ho sentito l'alcol che navigava dritto sparato per direttissima al mio cervello.
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